Era salito sull’autobus con il biglietto regolarmente acquistato e obliterato, ma il tragitto per cui aveva pagato – forse per un’incomprensione con il bigliettaio – era più breve di 5 chilometri rispetto a quello che doveva percorrere. Così Mikkel, un ragazzo di Albinea, in provincia di Reggio Emilia, affetto dalla sindrome di Down, è stato multato dal controllore. A raccontare l’episodio, riportato dal quotidiano Reggiosera, è stata la madre del ragazzo, che il 4 ottobre, in un post pubblicato su Facebook, ha spiegato come il figlio quella sera fosse rientrato a casa “balbettando, faticando a spiegarmi l’accaduto perché agitato, e chiedendomi di non fargli più prendere il tram”. Dopo le polemiche l’azienda dei trasporti si è scusata con la famiglia e ha revocato la multa.

La madre su Facebook ha ricostruito l’accaduto: “Ha già ripetuto circa una decina di volte che non sa fare niente perché ha la sindrome di Down, che non può prendere la patente e neanche il tram perché non sa comprare il biglietto corretto. Stiamo lavorando molto sulla sua autonomia e i mezzi di trasporto pubblici sono fondamentali in questo. In effetti ha fatto tutto con ordine e perizia, rendendoci orgogliosi, esibendo il suo biglietto al controllore, che però ha deciso di multarlo”. Il post su Facebook, precisa la madre di Mikke, non è stato scritto per chiedere favoritismi. “E’ è giusto e doveroso che mio figlio venga trattato come tutti, anzi, è il nostro obiettivo, ma credo gli si potesse domandare di acquistare un altro biglietto per differenza, o anche intero, visto che ha cercato di spiegargli che glielo avevano venduto così. Il controllore, invece, ha preferito mortificarlo, multandolo e facendogli firmare il verbale, cosa che vi assicuro non è semplice per lui, specialmente su un mezzo in movimento”.

L’episodio, spiega la madre di Mikkel, “ha vanificato il lavoro di anni sulla autonomia e ha reso la giornata di mio figlio molto triste. Ci tenevo a congratularmi con il controllore per avere rimpinguato le casse di Seta con i 66 euro della nostra famiglia. Nonostante gli entusiasmi per le vittorie olimpiche, i grandi proclami, le giornate mondiali e nazionali, le foto e i video più o meno commoventi, è sempre molto avvilente constatare come la diversa abilità esca sconfitta dal confronto con la quotidianità”.

Reso noto su Facebook, in poche ore il caso ha fatto velocemente il giro del web, tanto che la vicenda è arrivata sul tavolo del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi. “Nei prossimi giorni incontrerò Mikkel in Comune perché vorrei che ritrovasse presto la forza e la voglia di salire su quell’autobus. Perché quell’autobus è casa sua”. Nel frattempo, il 5 ottobre l’azienda dei trasporti Seta ha contattato la famiglia per scusarsi dell’accaduto, e annunciare la revoca della multa.

“Ma quanto è accaduto sul bus – scrivono in una nota Vacchi, l’assessore reggiano alla Mobilità Mirko Tutino e Annalisa Rabitti di Reggio Emilia città senza barriere – è gravissimo, parla di mancanza di rispetto per la fragilità, di non consapevolezza, delle barriere culturali che sono ancora da abbattere rispetto alla diversità. Ogni azione, anche piccola, è significativa nella vita di una persona fragile. La dignità della persona viene prima di tutto e si convive in modo civile se si riconoscono e condividono certi valori”.

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