“Cari amici, provare a cambiare le cose non è facile, né per me, né per voi, né per nessuno. Stiamo tornando in Rai, sia pure per poche serate; ed è evidente che questa azienda è di fronte ad un bivio storico: o rinnova il concetto e l’offerta di servizio pubblico o apparirà come un inutile ferro vecchio”. Si apre con questa sfida la lettera che Michele Santoro ha pubblicato sulla pagina Facebook di Servizio Pubblico per presentare il suo nuovo programma di approfondimento “Italia, lo stesso nome del dirigibile progettato nel 1928 dal generale Umberto Nobile che si proponeva di volare per la prima volta fino al Polo Nord. Un’esplorazione. Come quella che Santoro si propone di compiere per scoprire “se esista un’altra grammatica e un’altra sintassi televisiva rispetto a quella che domina nei format attuali”. La prima puntata andrà in onda questa sera alle 21 e 05 su Rai2. Su serviziopubblico.it sarà possibile seguire la diretta streaming, aggiornamenti anche sui canali social (la pagina Facebook di Servizio Pubblico) mentre l’hashtag di Twitter è #Italia.

Nella sua lettera il conduttore precisa che “chi parla di nuovi editti bulgari dice enormi sciocchezze ed applica al presente schemi che appartengono ad un passato irripetibile. Oggi la vera dittatura da contrastare è quella delle multinazionali americane che ci hanno inglobato in un universo di consumo dal quale è diventato quasi impossibile sottrarsi. Ma è questa – sostiene Santoro – la responsabilità che sento come autore, quella di dar vita a segni in conflitto con la dipendenza da YouTube o da Facebook, quella di convincere la Rai della necessità di non inseguire i modelli di MTV e di Discovery Channel o delle televisioni a pagamento, di quella che io chiamo la televisione a pezzi.  È la ricerca di senso che mi appassiona più delle governance e delle baruffe dei consigli d’amministrazione che assomigliano alle liti false dei reality”.

“Con il mio gruppo di giovani collaboratori ho deciso di lasciarmi alle spalle il porto sicuro de La7 fatto di talk consolidati e di avviare una ricerca narrativa che ha bisogno di tempo per maturare e dare i frutti in cui noi speriamo. È nato Robinù, il film che è stato selezionato per la mostra di Venezia e che vedrete presto nelle sale. E mercoledì debutta Italia che continua la sperimentazione di un linguaggio fondato su un realismo integrale, crudo e senza mediazioni – scrive Santoro – Sarete come sempre voi a decidere se vale la pena continuare su questa strada, se è giusto non far mancare il vostro sostegno ad un gruppo di lavoro del quale è stato replicato tutto ma non l’anima. Non esistono trasmissioni che possano vantarsi di aver fatto qualcosa che assomigli alla staffetta per Libero Grassi, alla diretta sotto le bombe dal ponte di Belgrado, a Rai per una notte o alla straordinaria quanto criticata serata con Silvio Berlusconi“.

“A questo proposito voglio ricordarvi che siamo stati i primi a mettere in relazione internet e televisione anche per offrire a chi ci seguiva attenzione e totale libertà di critica. Ma bande politiche organizzate al servizio di capi spregiudicati hanno fatto un uso propagandistico di questa opportunità e hanno operato consapevolmente per minare il nostro rapporto, per indebolire la fiducia che si era creata fra noi nel corso degli anni. Il proverbio dice che devi farti bandito se non vuoi che gli altri ti mangino, ma io rifiuto questa prospettiva e mi batterò per tornare ad essere una comunità di individui liberi che ragionano con la propria testa. Dunque vi aspetto al nostro primo appuntamento con la fiducia di sempre. Chi crede che abbiamo dato prove sufficienti in passato di onestà, di creatività e di professionalità ci segua; e se son fiori gli altri ci seguiranno“.

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