“L’ultima volta l’avevo sentito la sera prima del terremoto“. Filippo Santarelli, questore di Frosinone, racconta al Corriere della Sera la telefonata col figlio Marco a poche ore dalla tragedia del sisma, che ha sepolto il giovane sotto le macerie. Il ragazzo, 28 anni, si trovava a casa dei nonni ad Amatrice per una breve vacanza. Una casa che è andata completamente distrutta.

“Ero a Roma. Sono stato svegliato dalla scossa e ho guardato i siti per capire se c’erano problemi a Frosinone e organizzare eventuali soccorsi. Poi ho sentito il sindaco di Amatrice che diceva che gran parte del paese non c’era più e allora mi sono messo in macchina. Avevo l’angoscia nel cuore, continuavo a chiamare Marco sul cellulare”, racconta il questore che da Roma ha raggiunto il paese del Reatino alle 7, qualche ora dopo il sisma. “Sono rimasto senza fiato davanti alla devastazione che vedevo – dice -. I cani molecolari hanno trovato vivo il gatto di Marco, lo portava sempre in vacanza. Ma non sentivano lui”. Marco, di professione chef, “andava lì ogni estate nella nostra casa di famiglia, invitava sempre qualcuno. Anche stavolta era con due amici. Uno si è salvato ed è riuscito a fuggire, l’altro l’hanno estratto vivo dopo qualche ora. Anche per questo ho sperato fino all’ultimo che potesse salvarsi”.

Il questore, poi, ricorda anche il momento del ritrovamento del corpo. “Quando sono arrivato sono stato aiutato da poliziotti e volontari del soccorso alpino, abbiamo fatto una catena umana per spostare le pietre che riuscivamo a muovere. Verso mezzogiorno qualcuno ha gridato: l’ho trovato. Io ero lì davanti, mi hanno allontanato. Non sapevano in che condizioni fosse il corpo”. E conclude: “L’ultima volta l’avevo sentito la sera prima del terremoto. Volevo sapere come andavano le vacanze. L’ho sentito contento. Sognava di diventare chef, aveva seguito un corso per cuochi. Era felice perché aveva cominciato a lavorare in un ristorante vicino a Frosinone”. I funerali di Marco sono stati celebrati oggi alle 11.30 a Roma.

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