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Siria, curdi: “Manbij liberata dall’Isis. 2 mila persone rapite dai jihadisti in fuga”

Gli ostaggi sono stati usati come scudi umani. Secondo la coalizione di miliziani sostenuta dagli Usa, la città era un punto strategico per le operazioni di rifornimento delle forze del Califfato. Nel frattempo alcuni raid nelle zone vicino ad Aleppo, hanno causato la morte di 18 persone
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Le Forze democratiche siriane (Sdf), sostenute dagli Stati Uniti, hanno annunciato di aver preso il completo controllo di Manbij, roccaforte dell’Isis dal 2014, nel nord della Siria. La coalizione di miliziani a predominanza curda aveva sottolineato l’importanza strategica della città: un punto essenziale per i terroristi, in quanto linea di rifornimento tra la frontiera turca e Raqqa.

Il risultato dell’operazione è stato riferito da Shervan Darwish, il portavoce curdo del Consiglio militare di Manbij, all’agenzia stampa Dpa. Il portavoce ha dichiarato che i jihadisti si sono ritirati dalla città con un convoglio di 500 mezzi verso Aleppo, portando con sé fino a 2 mila civili per usarli come scudi umani durante la fuga. “Non abbiamo aperto il fuoco contro di loro perché hanno preso dei civili nella fuga verso Jarablous (altra roccaforte dell’Isis, ndr)”, ha detto Darwish. Il Consiglio militare di Manbij ha fatto sapere di essere riuscito a trarre in salvo altri 2.500 civili tenuti prigionieri degli jihadisti nel quartiere di al Sirb.

Nel frattempo, continuano i raid attorno alla zona di Aleppo. Tre attacchi hanno causato la morte di 18 persone, ferendone a decine. Un primo attacco ha distrutto un ospedale nella città di Kafr Hamram, uccidendo 2 membri dello staff medico, mentre 10 persone sono state salvate dalle macerie. Sei vittime è invece il bilancio dell’attacco al mercato di Urem al Kubra. Infine, 10 persone hanno perso la vita durante un raid che ha colpito una zona nel nord di Aleppo.

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