John Anzrah, allenatore della squadra di atletica del Kenya, è stato cacciato dai Giochi Olimpici di Rio: si era spacciato per il corridore Ferguson Rotich e aveva fatto per lui i test antidoping. L’atleta, uno dei favoriti per gli 800 m, avrebbe dato il proprio pass al coach per poter andare a far colazione gratis in albergo, secondo quanto ha dichiarato il manager dell’atleta. Mentre era all’interno dell’albergo, Anzrah è stato avvicinato da un ufficiale di controllo antidoping che, presumibilmente, stava cercando Rotich per fargli eseguire i test. L’allenatore non ha spiegato l’equivoco e ha eseguito i test dell’urina e del sangue al posto dell’atleta, firmando anche i documenti. Ed è stato allora, secondo il Telegraph, che l’ufficiale antidoping si è accorto che la foto del pass non corrispondeva alla faccia di Anzrah. Marc Corstjens, agente di Rotich, si è detto “confuso”, affermando di non sapere perché l’allenatore abbia fatto una cosa del genere.
Nessun provvedimento disciplinare è stato preso nei confronti del corridore che, una volta venuto a conoscenza dell’accaduto, ha consegnato i propri campioni di urine e di sangue. Mentre Anzrah, che è stato a sua volta un corridore arrivato anche a partecipare ai mondiali del 1987, è stato rimandato a casa. Il Comitato Olimpico Internazionale si è complimentato con la delegazione olimpica del Kenya per la rapidità con la quale ha agito.
L’allenatore non è il primo keniota a esser cacciato dalle Olimpiadi di Rio. Prima era toccato a Michael Rotich, un manager che era stato filmato da un giornalista mentre chiedeva agli atleti 10 mila sterline per avvisarli prima dei controlli antidoping. Si era giustificato dicendo che voleva solo tutelare gli sportivi.
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro,
svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi
di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi,
interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico.
La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati.
Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci.
Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana,
fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie
Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te.
Perché il nostro lavoro ha un costo.
Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno.
Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati.
Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it.
Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana.
Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza
Peter Gomez