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Spese pazze Friuli, il consigliere leghista condannato dalla Corte dei Conti: “Rimborsi per spiagge, profumi e dischi”

Il pordenonese Narduzzi era stato assolto dal tribunale penale, ma ora dovrà restituire oltre 150mila euro di spese illegittime, compresi viaggi all'estero, soggiorni in albergo, prodotti per bambini
Spese pazze Friuli, il consigliere leghista condannato dalla Corte dei Conti: “Rimborsi per spiagge, profumi e dischi”
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Andarsene in spiaggia a spese della regione Friuli Venezia Giulia. Comperare prodotti per bambini, articoli musicali o profumi. Finanziarsi viaggi all’estero, pieni di carburante, taxi e parcheggi, soggiorni in albergo e pedaggi autostradali. Tutto illegittimo, secondo la Corte dei Conti, che ha condannato a un risarcimento salatissimo l’ex capogruppo della Lega Nord, il pordenonese Danilo Narduzzi, responsabile, secondo i giudici contabili, di quell’allegra gestione dei rimborsi ai gruppi consiliari, che pure è stata assolta – nell’ipotesi di peculato – dal giudice penale un paio di mesi fa. Narduzzi è colui che, quando la Guardia di Finanza fece irruzione negli uffici del gruppo leghista per acquisire prove e documenti, diede ordine di gettare nel tritacarte scontrini e pezze giustificative.

Una vera stangata perché il leghista dovrà restituire la bella somma di 155mila euro per i rimborsi illegittimi ottenuti dal 2010 al 2012 con denaro pubblico. La sentenza è stata emessa dalla sezione giurisdizionale del Friuli Venezia Giulia presieduta da Alfredo Lener e composta anche dal relatore Paolo Simeon e dal consigliere Giancarlo Di Lecce. Ci fu un danno erariale per colpa grave, questa la sentenza, poiché Narduzzi ha “personalmente impiegato i fondi in modo palesemente illegittimo e quanto meno con grave negligenza”. La richiesta di condanna del procuratore regionale della Corte dei Conti, Tiziana Spedicato, in effetti era più alta – 233mila euro – perché teneva conto non solo delle spese personali, ma anche delle altre uscite che non erano riconducibili ad alcun ex consigliere regionale della Lega. Infatti ci si trovò di fronte a una situazione di rendicontazione confusa, con scontrini anonimi e mancanza di motivazione delle spese. Un guazzabuglio che dimostrava come all’epoca – e prima delle inchieste penali – i consiglieri regionali ritenessero di gestire con grande discrezionalità i finanziamenti che finivano al gruppo di appartenenza. Ma se questo sul piano penale non ha portato a condanne (18 i politici assolti due mesi fa, ma la Procura ha fatto ricorso), sul piano della responsabilità contabile ha lasciato uno strascico pesante, almeno per Narduzzi.

L’elenco delle contestazioni era lunghissimo: 69mila euro per spese di divulgazione dell’attività del gruppo; altri 65mila euro per consulenze e collaborazioni, poi 47mila euro per attività di rappresentanza, circa 20mila euro per l’acquisto di beni strumentali, 18mila euro di spese varie e 6mila euro per libri. I finanzieri avevano trovato scontrini di tutti i tipi: da pranzi e cene, a consumazioni di bar, fiori, generi alimentari, vini, spese all’estero, abbigliamento, utensili da giardinaggio, borse, prodotti per bambini, materiale elettrico. Addirittura ferramenta e sostituzione di pneumatici dell’auto.

Secondo i giudici contabili quella mole di pezze giustificative non erano riconducibili a spese di rappresentanza o di attività del gruppo della Lega Nord. Si sono salvati gli acquisti di libri e alcune consulenze, per circa 50mila euro dal 2010 al 2012. Uno sconto del 10 per cento è stato praticato sull’intero ammontare perché anche l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale avrebbe dovuto vigilare e controllare sulle modalità di spesa.

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