Andy Murray contro Milos Raonic. La finale di Wimbledon 2016 è un affare loro. Se lo scozzese aveva un tabellone apparecchiato per cercare il bis della vittoria conquistata nel 2013, è stato invece più impervio il cammino del bombardiere canadese. Il numero 7 al mondo arriva per la prima volta alla finale di uno Slam dopo aver approfittato dell’eliminazione di Novak Djokovic e aver messo sotto Roger Federer, stravolto da due maratone al quinto set tra quarti e semifinali. Alla fine si ritrovano contro i due finalisti del Queen’s, confermando d’essere i più forti in questo momento sull’erba. Due settimane fa aveva vinto Murray, come accaduto nelle ultime sei volte tra 2015 e 2016. Lo scontro per lo scettro dell’All England Club ha quindi un favorito.

Murray sul velluto contro Berdych – Anche perché lo scozzese ha avuto vita facile in semifinale contro Tomas Berdych, liquidato in tre set senza storia. Il ceco non è mai stato in partita, come spesso gli accade contro chi lo precede in classifica. Per Murray si è trattato di un monologo, come dimostra il triplo 6-3 in meno di due ore. Una passeggiata di salute in vista di domenica che gli permette di bilanciare i dispendiosi cinque set contro Tsonga. Questa volta il numero 2 al mondo non trema dopo essersi portato sul 2-0 con estrema facilità. Il primo set rischia di chiudersi dopo un quarto d’ora, quando Murray ruba il servizio per il break immediato ma lo perde subito dopo mancando il 3-0. Ma il rientro di Berdych è un fuoco di paglia spento da un altro break dello scozzese. La svolta del secondo avviene quando il numero 2 al mondo difende due volte il servizio sotto 3-2 e poi è lui a rubarlo per il 4-3 che chiude virtualmente il parziale e la partita. Murray infatti non perde dopo essere stato sopra per 2-0 dal 2005, figurarsi se può accadere contro il ceco in giornata decisamente no (31 errori con il dritto fino a quel momento). E infatti anche il terzo scorre vie senza sussulti. Altro 6-3 in scioltezza e la caccia al bis continua.

La prima volta di Milos – Intanto Milos Raonic scrive la storia sul centrale di Wimbledon. E non poteva scegliere teatro e avversario migliori per conquistare la sua prima finale in un torneo del Grande Slam. In campo maschile mai nessun canadese aveva raggiunto il match per il titolo in uno dei quattro principali appuntamenti del tennis mondiale. Lo fa battendo Roger Federer, arrivato in semifinale dopo l’epica battaglia vinta al quinto set contro Cilic. Questa volta l’ultimo e decisivo parziale finisce diversamente, con il bombardiere canadese dominante con il passare dei game. Un successo limpido e meritato per il tennista nato a Podgorica, che a 25 anni raggiunge il traguardo più prestigioso – al momento – della sua carriera.

Fino alla finale di uno Slam aveva osato la connazionale Eugenie Bouchard, ma tra gli uomini no, non ce l’aveva mai fatta nessuno. Ed è anche il secondo non-europeo della storia a riuscirci, sette anni dopo Andy Roddick. Succede detronizzando il re svizzero, lanciato verso l’undicesima finale ai Championships dopo il ko di Djokovic e la sua clamorosa rimonta nei quarti. Ha dovuto abdicare davanti alla prepotenza atletica del canadese, decisamente più fresco con il passare dei minuti mentre nelle gambe di Federer iniziava a farsi sentire la fatica del match contro Cilic. Il finale recita 6-3 6-7 4-6 7-5 6-3, con lo svizzero che ha mancato tre palle break nel combattuto quarto set e sempre nello stesso parziale ha infilato due doppi falli quando era sotto 6-5 ma in vantaggio 40-15 nel dodicesimo game. Mancato quel momento di svolta, Raonic ha preso il sopravvento nel quinto set. Dirompente al servizio, dove ha sfiorato più volte i 230 chilometri orari e scritto a referto 23 ace, il canadese ha fatto il break nel quarto gioco portandosi 3-1 e difendendo il proprio turno di battuta ha chiuso sul 6-3 conquistando la prima vittoria sull’erba contro un Top 10. Ma questo è solo l’ultima delle ‘prime volte’ stabilite in una semifinale che sui siti canadesi è già ‘leggenda’.

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