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Glifosato, Fao e Oms: “Improbabile che causi il cancro, conferma da unico studio”

Glifosato, Fao e Oms: “Improbabile che causi il cancro, conferma da unico studio”
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Secondo Fao e Oms è “improbabile” che il glifosato causi il cancro. L’Organizzazione dell’Onu per l’alimentazione e l’Organizzazione mondiale della sanità lo hanno sostenuto al termine di un meeting di un gruppo di esperti sui residui di pesticidi su cibo e ambiente. “La grande maggioranza delle prove scientifiche – scrivono Fao e Oms – indica che la somministrazione di glifosato e di prodotti derivati a dosi fino a 2000 milligrammi per chilo di peso per via orale, la più rilevante per l’esposizione con la dieta, non è associata ad effetti genotossici nella stragrande maggioranza degli studi condotti su mammiferi”.

Il parere contraddice quello degli esperti della International Agency for Research on Cancer con base a Lione e parte dell’Oms, che lo avevano classificato cancerogeno per gli esseri umani. Proprio questa settimana la Commissione europea deve decidere sul rinnovo della licenza per l’uso del glifosato per altri sette anni invece di quindici e di limitarne l’impiego solo ad attività professionali.

“Qualche studio – prosegue il documento delle due organizzazioni internazionali – ha evidenziato un’associazione positiva tra l’esposizione al glifosato e il rischio di linfoma non Hodgkin. Tuttavia l’unico studio, condotto con una grande coorte e di grande qualità, non ha trovato evidenza di una associazione per nessun livello di esposizione”. Anche l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (la Efsa) aveva sostenuto che è improbabile che il glifosato costituisca un pericolo di cancerogenicità per l’uomo e propone nuovi livelli di sicurezza che renderanno più severo il controllo dei residui negli alimenti”.

Durante il meeting è stata revisionata anche la pericolosità del diazinone, un insetticida usato anche contro le zanzare Aedes aegipty, le cosiddette zanzare tigre portatrici tra gli altri del virus Zika, e di un altro insetticida, il malatione. In entrambi i casi la conclusione è stata che è “improbabile” che queste sostanze siano cancerogene.

Chiede chiarezza “al più presto” la Coldiretti, per far sì che siano tutelati cittadini e agricoltori “disorientati dal rincorrersi di annunci discordanti”. Nel rispetto del principio di precauzione – dice il presidente Roberto Moncalvo – servono valutazioni condivise a livello internazionale con comportamenti univoci in un mercato globale.

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