“È un giorno di commozione in cui ricordiamo le vittime, non si può cancellare il ricordo delle distruzioni e devastazioni del terremoto”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita a Venzone (Udine) in occasione del 40esimo anniversario del terremoto del Friuli. Il comune di Venzone fu uno dei tanti rasi al suolo dal sisma del 6 maggio 1976.

“E’ un giorno in cui si esprime riconoscenza ai soccorritori. Ne sono qui alcuni – ha proseguito Mattarella- e vanno ringraziati assieme a tutti i friulani che si sono impegnati con determinazione, coraggio e con grande dignità nella ricostruzione“. “In quei giorni e nei successivi mesi – ha ricordato il presidente della Repubblica – a tutta Italia è stato chiaro che la determinazione, la capacità di affrontare in maniera concreta e seria i gravi problemi della ricostruzione, messa anche a rischio dal secondo terremoto, sono stati frutto della cultura e della mentalità dei friulani. E’ stata una grande testimonianza”.

“Certo – ha detto ancora Mattarella – intorno ai friulani si sono stretti tutti gli italiani, tanti anche da paesi stranieri, ma risolutivo e fondamentale è stato il contributo dei friulani, con un impegno che ha consentito di riportare poi Venzone e Gemona, come tutti i comuni colpiti, nelle condizioni in cui si trovavano prima”.

Il presidente della Repubblica ha visitato anche Gemona, il comune più vicino all’epicentro, che pagò un prezzo altissimo al terremoto con 400 morti. Per la reazione al sisma, il Comune è stato insignito in passato della medaglia d’oro al merito civile, “splendido esempio di dovere civico e d’alto senso del dovere”, come ha ricordato Mattarella.

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