Nel giorno in cui il premier Matteo Renzi, in conferenza stampa con la cancelliera Angela Merkel, rivendica che il debito italiano “ora si è stabilizzato e deve scendere”, rispondendo alle critiche del governatore della Bundesbank Jens Weidmann, la Bce contesta all’Italia il mancato rispetto della regola che impone ai Paesi con un rapporto debito/pil superiore al 60% di ridurlo di un ventesimo ogni anno. Nel bollettino economico diffuso dall’Eurotower si legge che sia in Belgio sia in Italia la correzione strutturale nel 2014 e nel 2015, secondo le previsioni dell’inverno 2016 della Commissione europea, “è stata significativamente inferiore a quella richiesta dalla regola del debito (transitoria)”. Del resto solo due giorni fa Bruxelles ha messo nero su bianco, nelle sue stime di primavera, che quest’anno la zavorra che grava sulle casse statali resterà invariata al 132,7% del pil. Nel frattempo dall’Istat arriva una doccia fredda sul fronte delle prospettive di crescita: “L’evoluzione del clima di fiducia rimane incerta e l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana segnala rischi di un rallentamento dell’attività economica nel breve periodo”, rileva l’istituto nella nota mensile sull’andamento dell’economia italiana.

Tornando all’Eurotower, nel bollettino dedicato alle ‘Strategie di riduzione del debito pubblico nell’area dell’euro’ gli economisti della banca centrale presieduta da Mario Draghi scrivono che “gli scostamenti rispetto ai livelli richiesti dalla regola del debito si sono ampliati, specie nei paesi con un debito molto elevato”. Nel 2014 lo scostamento è stato pari all’1,2 per cento del Pil in Italia e nel 2015 si ritiene che sia salito a circa il 2 per cento. “Azioni di risanamento strutturale insufficienti nell’ambito del meccanismo preventivo del Psc (Patto di stabilità e crescita), assieme ai minori requisiti di aggiustamento conseguenti alle recenti disposizioni sulla flessibilità, hanno contribuito agli scostamenti dal parametro di riferimento per la riduzione del debito”, spiega ancora la Bce.

“Se l’Italia avesse migliorato il suo saldo strutturale di circa 1,5 punti percentuali rispetto al livello del 2012 per conseguire il proprio Omt (Obiettivo di medio termine, ndr) di un bilancio strutturale in pareggio nel 2014 (come previsto nel quadro temporale per la convergenza) – nota ancora il bollettino – lo scostamento rispetto al livello richiesto per assicurare l’osservanza con la regola del debito sarebbe stato quasi interamente riassorbito. Invece, il conseguimento degli Omt è stato spesso procrastinato”.
L’Italia, stando all’ultimo Documento di economia e finanza, raggiungerà il pareggio di bilancio solo nel 2019.

Proprio giovedì, appunto, Renzi ha replicato alle accuse di Weidmann sulle “troppe violazioni del patto” da parte di Roma. “La stagione in cui dichiarazioni che provengono dall’esterno creavano agitazioni in Italia è finita”, ha sostenuto. “Quello che c’è da fare lo sappiamo da soli, lo decidiamo con gli alleati Ue e non ce lo facciamo dire da nessun governatore di banca straniera“.

Intanto l’Istat nella sua nota mensile rileva che nei primi mesi dell’anno la dinamica dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane si è mantenuta altalenante. In aprile si è registrato un sensibile miglioramento della fiducia nei servizi di mercato e nelle costruzioni cui si è accompagnato un aumento moderato nella manifatturaPer contro, il commercio al dettaglio ha segnato un ulteriore peggioramento dopo la flessione in marzo. A febbraio l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana ha segnato una battuta d’arresto, suggerendo un rallentamento nel ritmo di crescita dell’attività economica nel breve termine. Inoltre, “in aprile il sistema dei prezzi è stato caratterizzato da una accentuazione delle spinte deflative” e “per i prossimi mesi la dinamica dei prezzi si prefigura estremamente debole, in linea con le attese di ribassi dei listini industriali”.

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