Il presidente Al-Sisi; accanto, Amr Darrag. A seguire sostenitori di Morsi   -  Ansa / LaPresse

La Commissione egiziana per i diritti e le libertà, un’organizzazione non governativa del Cairo, ha reso noti, l’11 aprile, i dati relativi al fenomeno delle sparizioni forzate in Egitto dal 1° dicembre 2015 al 31 marzo 2016.

Il numero è da regimi sudamericani: 204 desaparecidos in quattro mesi, di cui 36 a dicembre, 57 a gennaio, 79 a febbraio e 32 a marzo.

Di 101 scomparsi non si hanno ancora notizie. Gli altri 103 sono riemersi da centri segreti o caserme e sono stati individuati in stazioni di polizia oppure davanti a un magistrato o nel corso di un processo. Nell’87 per cento dei casi, tuttavia, si è solo trattato di un trasferimento verso luoghi di detenzione ufficiali.

Tra gli scomparsi figurano anche 21 minorenni (il più giovane ha 14 anni ed è riapparso dopo 45 giorni) e un uomo di 71 anni. La metà sono studenti.

Trenta sparizioni sono avvenute al Cairo e 29 a Giza.

La Commissione egiziana per i diritti e le libertà ha inviato al Consiglio nazionale per i diritti umani l’elenco dei 101 desaparecidos ancora non rintracciati, chiedendo un’azione tempestiva delle autorità.

Ancora una volta, una conferma che la situazione dei diritti umani in Egitto è assai grave: è in quel contesto che va collocato anche l’omicidio a seguito di tortura di Giulio Regeni. A Giulio verranno dedicate oggi varie iniziative della Festa della Liberazione, tra cui quella di Montesole e Marzabotto.

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