“La Repubblica deve sempre sapersi rinnovare”. A scriverlo in un articolo sulla rivista Italianieuropei è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del numero speciale del 2 giugno per i settanta anni del voto alle donne, del referendum Repubblica-Monarchia e dell’elezione dell’Assemblea costituente. Il Capo dello Stato si schiera così in vista del referendum confermativo per le riforme costituzionali del prossimo ottobre. La sua posizione a favore del ddl Boschi era già emersa a febbraio scorso, quando davanti agli studenti della Columbia università a New York aveva detto: “La riforma del Senato influirà su efficienza e velocità delle decisioni”. Oggi, come il suo predecessore Giorgio Napolitano, lascia intendere il suo appoggio al provvedimento: “La Repubblica”, si legge nell’articolo, “specchio dei suoi cittadini e, insieme, baluardo delle loro libertà, deve sempre sapere rinnovarsi, dotarsi di strumenti più efficaci e trasparenti, riconquistarne la piena fiducia, indebolita in anni di crisi economica, di minor fertilità del circuito democratico”.

Mattarella invita a valutare la portata della “svolta storica” del 2 giugno del 1946 – quando l’Italia scelse la Repubblica – in modo da “sapere rinnovarsi” e ritrovare slancio per un “futuro migliore” dell’Italia. Secondo il Capo dello Stato è proprio la forma repubblicana ad averci reso “più comunità”. “Il cammino unitario della nazione – sottolinea – poté riprendere dalle macerie lasciate dalla dittatura, dopo le atrocità della guerra e dell’occupazione nazista, grazie a quello spirito di cittadinanza, di condivisione, di corresponsabilità che scaturì proprio dalla professione repubblicana”. Quello spirito ha contribuito alla “crescita del paese”, alla “ricostruzione dell’Italia nella democrazia (mentre questa tardava ad affermarsi in altri Stati del Sud d’Europa)” che Mattarella definisce un “capolavoro politico“.

“Nel dopoguerra la democrazia ci ha consentito di compiere passi da gigante come paese”, aggiunge. E “proprio la scelta per la Repubblica diede una spinta e un supporto determinanti alla democrazia e a questa accelerazione dell’unità nazionale”. Il presidente rimarca come “l’attuazione e lo sviluppo della democrazia negli anni duri del dopoguerra e nei decenni successivi non siano stati un compito facile”. Ma che, allo stesso tempo, “la cornice repubblicana ci ha spinto ad affrontare con consapevolezza i passaggi più drammatici, le minacce esterne e quelle interne. Possiamo dire che nei momenti cruciali si sono manifestati orgoglio nazionale e sentimento popolare del bene comune”. Quello spirito, quel senso “della responsabilità repubblicana che è entrata a far parte della nostra etica civile” anche oggi, durante il settantesimo compleanno nel pieno di un cambiamento globale ed epocale che non riguarda solo l’economia, e non mette soltanto in causa la dimensione statuale” sono vitali per l’Italia.

“La Repubblica conferma la sua natura di grande opportunità democratica – continua Mattarella – La Repubblica è l’ambito (e l’istituzione) che consente al nostro popolo di giocare un ruolo da protagonista di fronte ai mutamenti geopolitici, ai flussi migratori, all’instabilità provocata dalle guerre, dalla violenza, dalla povertà. La Repubblica, specchio dei suoi cittadini e, insieme, baluardo delle loro libertà, deve sempre sapere rinnovarsi, dotarsi di strumenti più efficaci e trasparenti, riconquistarne la piena fiducia, indebolita in anni di crisi economica, di minor fertilità del circuito democratico. La Repubblica resta lo spazio vitale. Resta un ponte. Verso l’Europa, che è il nostro destino e la nostra opportunità nel mondo globale”. E conclude: “La scelta repubblicana fu, allora, il risultato di uno sguardo lungo – conclude – Sono convinto che disponiamo di tutte le energie per progettare insieme un futuro migliore”.

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