Dopo l’ergastolo per duplice omicidio – e 22 anni passati in carcere da innocente – lo Stato indennizza Giuseppe Gulotta con 6 milioni e mezzo di euro. “E‘ una grande cifra ma – dice lui a FQ Radio – vale la mia vita passata tra carcere e tribunali? Io non so davvero quanto possa valere una vita e in particolare quella di un condannato da innocente. Mi è mancata la libertà, ma soprattutto mi è mancata la possibilità di veder crescere mio figlio”. Sul risarcimento pesa però il ricorso dell’Avvocatura dello Stato. “Sarebbe l’ultima beffa e nessuno mi ha mai chiesto scusa. Con la mia fondazione mi occuperò di errori giudiziari“. I legali di Gulotta annunciano una causa – sarebbe la prima volta – all’Arma dei Carabinieri per le torture subite dall’ex-ergastolano per farlo confessare.
Cronaca
Giuseppe Gulotta, una vita in carcere da innocente. C’è il risarcimento: “Ma non ho visto crescere mio figlio” (Podcast)
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- 15:39 - Italia-Spagna: re Felipe e regina Letizia a Montecitorio
Roma, 11 dic (Adnkronos) - Il re e la regina di Spagna sono da poco arrivati alla Camera.
- 15:38 - **Musica: Zampaglione, 'mio horror ambientato a Sanremo? Sarebbe un bagno di sangue'**
Roma, 11 dic. (Adnkronos) - "Era un periodo difficile perché non ero stato bene: doveva essere un intervento di colecisti che sembrava di routine e purtroppo sono subentrate delle complicazioni molto pesanti. Sono stato all'ospedale parecchio tempo, e mi attraversavano emozioni contrastanti, stai lì sei sospeso in una dimensione in cui anche il cielo non sai più da che prospettiva lo devi guardare. Così è nato 'Il Cielo'". A raccontare all'Adnkronos la nascita del suo nuovo brano 'Il Cielo' (uscito il 15 novembre su etichetta Emy Records/Universal) è Federico Zampaglione, ospite negli studi dell'agenzia per un'intervista a tutto tondo e uno show-case in esclusiva. "Avevo sul telefono un'applicazione di piano, e quando mi sono sentito meglio ho cominciato a mettere giù degli accordi. Di fatto, sono uscito da lì che il pezzo c'era".
"È una canzone che mi ha dato l'idea di condividere qualcosa di profondamente personale quando è uscita -spiega il frontman dei Tiromancino, che ha poi perfezionato il brano con Franco 126- E' un brano che amo perché mi fa pensare di esserne uscito fuori, di avercela fatta. E quindi lo dedico anche a tutti quelli che hanno bisogno del cielo in questo momento". Il pensiero che ci sia qualcosa di più oltre il mondo terreno l'ha attraversato. "Era una possibilità", ammette Zampaglione. Il sound del brano ricorda molto i Tiromancino prima maniera: "Anche in quegli anni c'era dentro di me la sensazione che ce la dovevo fare. Dovevo superare una serie di ostacoli, forse quello che connette questo pezzo con quelle canzoni è quel senso di urgenza, di metterci dentro tutta l'emozione che puoi metterci", dice.
Un anno molto intenso e professionalmente florido per l'artista romano, tra tour, film (è uscito 'The Well', in cui recita l'ex Claudia Gerini e la figlia Linda) e il brano 'Puntofermo', in cui si parla delle certezze della vita. "Bisogna sempre ricordarsi che ogni cosa, anche quelle che noi diamo come fattori acquisiti della nostra vita, non lo sono. Non bisogna dare nulla per scontato, la sfida è riuscire a dare molto valore alle cose positive che si hanno intorno". Della musica attuale gli piace molto il rap, e invece "quello che non tanto mi piace è il pop di questi anni. Se io devo sentire un certo tipo di pop da ascensore per capirci, cioè quella cosa che ascolti mentre stai andando al quinto piano e c'è quella la musichetta, insomma ecco quella è una cosa che io proprio purtroppo non sopporto. Quella è una cosa che mi fa orrore, è una cosa che detesto".
E sulla passione per gli horror ("The Substance' con Demi Moore credo che sia uno dei film migliori del decennio -dice- E' scritto e girato in maniera meravigliosa, un body horror"), scandisce: "La paura, lo spavento, l'ansia sono comunque sensazioni forti". Anche la figlia Linda, rivela, è un'appassionata, e averla diretta è stato semplice. "A lei piace molto, è un'appassionata. Lei ha una bella esperienza, ha fatto già diversi film, quindi il rapporto era quello che avevo con gli altri attori, cioè di cercare da ognuno di loro di ottenere il massimo che si poteva. E' una piccola professionista per cui si è comportata come un'attrice già navigata".
Se Zampaglione potesse scegliere, tra gli attori che vorrebbe dirigere in un suo horror c'è "Michael Fassbender. Secondo me con lui potrei fare un super thriller, di quelli angoscianti", spiega all'Adnkronos. L'horror "richiede un certo tipo di fisicità da parte degli attori. Cioè alcuni volti, alcune facce sono perfette, altre invece no, perché magari portano verso un qualcosa di più rassicurante, di più simpatico - spiega il cantautore e regista- Per esempio Claudia (Gerini, ndr), che ho utilizzato in 'The Well' benché in Italia abbia fatto tante commedie, può avere un volto da thriller, da horror con questi occhioni chiari, questa espressione".
Avvicinandoci a febbraio 2025, impossibile non aprire il capitolo Sanremo. E' escluso il ritorno, per citare il suo amato Califano? "Mai non si può mai dire, anche perché io ci sono già stato due volte quindi teoricamente non c'è due senza tre", sorride Zampaglione. Ma racconta quello che gli succede tutti gli anni: "Tutti gli anni in primavera dico questo è l'anno in cui devo tornare a Sanremo. Dopodiché, verso l'estate comincio a dire ma è proprio questo l'anno in cui ci devo tornare? Poi di solito verso settembre ottobre decido che non è l'anno e questo succede da circa ormai 15 anni". Il motivo, spiega, "è che la musica e la gara sono due cose che messe insieme a me disturbano. Ci sono miei colleghi a cui questa cosa da' l'adrenalina. A me mi mette l'ansia. E siccome non amo l'ansia, a meno che non la metta io con un film, la mia condizione ideale per Sanremo è seduto sul divano, con tutta una serie di cose da spizzicare olive, pop corn, e una serie di bevande e gli amici. Io tutti gli anni partecipo così". Un film horror ambientato a Sanremo, come lo vedrebbe? "Benissimo -risponde Zampaglione- Sarebbe una strage di quelle pazzesche. Un bagno di sangue, il mio horror ambientato a Sanremo sarebbe uno degli horror più splatter che si siano mai visti".
(di Ilaria Floris)
- 15:38 - **Sanremo: Zampaglione, 'un horror ambientato al festival? Sarebbe un bagno di sangue'**
Roma, 11 dic. (Adnkronos) - "Mai non si può mai dire, anche perché io ci sono già stato due volte quindi teoricamente non c'è due senza tre. Ma ogni anno penso di andarci, poi desisto". A rivelarlo all'Adnkronos è Federico Zampaglione, ospite negli studi dell'agenzia. Avvicinandoci a febbraio 2025, impossibile non aprire il capitolo festival con il frontman dei Tiromancino. E' escluso il ritorno, per citare il suo amato Califano? "Tutti gli anni in primavera dico questo è l'anno in cui devo tornare a Sanremo -spiega il cantante- Dopodiché, verso l'estate comincio a dire ma è proprio questo l'anno in cui ci devo tornare? Poi di solito verso settembre ottobre decido che non è l'anno e questo succede da circa ormai 15 anni".
Il motivo, spiega, "è che la musica e la gara sono due cose che messe insieme a me disturbano. Ci sono miei colleghi a cui questa cosa da' l'adrenalina. A me mi mette l'ansia. E siccome non amo l'ansia, a meno che non la metta io con un film, la mia condizione ideale per Sanremo è seduto sul divano, con tutta una serie di cose da spizzicare olive, pop corn, e una serie di bevande e gli amici. Io tutti gli anni partecipo così". Un film horror ambientato a Sanremo, come lo vedrebbe? "Benissimo -risponde Zampaglione- Sarebbe una strage di quelle pazzesche. Un bagno di sangue, il mio horror ambientato a Sanremo sarebbe uno degli horror più splatter che si siano mai visti".
- 15:38 - **Musica: Zampaglione, 'amo il rap ma odio il pop 'da ascensore'**
Roma, 11 dic. (Adnkronos) - Della musica attuale gli piace molto il rap, e invece "quello che non tanto mi piace è il pop di questi anni". Lo rivela federico Zampaglione all'Adnkronos, in un'intervista a tutto tondo negli studi dell'agenzia. "Se io devo sentire un certo tipo di pop 'da ascensore' per capirci, cioè quella cosa che ascolti mentre stai andando al quinto piano e c'è quella la musichetta, insomma ecco quella è una cosa che io proprio purtroppo non sopporto. Quella è una cosa che mi fa orrore, è una cosa che detesto", scandisce l'artista.
- 15:37 - Zampaglione: "Un mio horror ambientato a Sanremo? Sarebbe un bagno di sangue"
Roma, 11 dic. (Adnkronos) - Un film horror ambientato a Sanremo? "Lo vedrei benissimo. Sarebbe una strage di quelle pazzesche. Un bagno di sangue, il mio horror ambientato a Sanremo sarebbe uno degli horror più splatter che si siano mai visti". Federico Zampaglione, che non ha mai fatto mistero di non amare la tensione e il clima del festival di Sanremo, scherza così ospite negli studi dell'Adnkronos per un'intervista a tutto tondo e uno show-case in esclusiva, in occasione dell'uscita del nuovo singolo 'Il Cielo' (Emy Records/Universal).
Un brano nato in una circostanza particolare: "Era un periodo difficile perché non ero stato bene: doveva essere un intervento di colecisti che sembrava di routine e purtroppo sono subentrate delle complicazioni molto pesanti. Sono stato all'ospedale parecchio tempo, e mi attraversavano emozioni contrastanti, stai lì sei sospeso in una dimensione in cui anche il cielo non sai più da che prospettiva lo devi guardare. Così è nato 'Il Cielo'. Avevo sul telefono un'applicazione di piano, e quando mi sono sentito meglio ho cominciato a mettere giù degli accordi. Di fatto, sono uscito da lì che il pezzo c'era", aggiunge.
"È una canzone che mi ha dato l'idea di condividere qualcosa di profondamente personale quando è uscita -spiega il frontman dei Tiromancino, che ha poi perfezionato il brano con Franco 126- E' un brano che amo perché mi fa pensare di esserne uscito fuori, di avercela fatta. E quindi lo dedico anche a tutti quelli che hanno bisogno del cielo in questo momento". Il pensiero che ci sia qualcosa di più oltre il mondo terreno l'ha attraversato. "Era una possibilità", ammette Zampaglione. Il sound del brano ricorda molto i Tiromancino prima maniera: "Anche in quegli anni c'era dentro di me la sensazione che ce la dovevo fare. Dovevo superare una serie di ostacoli, forse quello che connette questo pezzo con quelle canzoni è quel senso di urgenza, di metterci dentro tutta l'emozione che puoi metterci", conferma Zampaglione.
Un anno molto intenso e professionalmente florido per l'artista romano, tra tour, film (è uscito 'The Well', in cui recita l'ex Claudia Gerini e la figlia Linda) e il brano 'Puntofermo', in cui si parla delle certezze della vita. "Bisogna sempre ricordarsi che ogni cosa, anche quelle che noi diamo come fattori acquisiti della nostra vita, non lo sono. Non bisogna dare nulla per scontato, la sfida è riuscire a dare molto valore alle cose positive che si hanno intorno". Della musica attuale gli piace molto il rap, e invece "quello che non tanto mi piace è il pop di questi anni. Se io devo sentire un certo tipo di pop da ascensore per capirci, cioè quella cosa che ascolti mentre stai andando al quinto piano e c'è quella la musichetta, insomma ecco quella è una cosa che io proprio purtroppo non sopporto. Quella è una cosa che mi fa orrore, è una cosa che detesto".
E sulla passione per gli horror ("The Substance' con Demi Moore credo che sia uno dei film migliori del decennio -dice- E' scritto e girato in maniera meravigliosa, un body horror"), scandisce: "La paura, lo spavento, l'ansia sono comunque sensazioni forti". Anche la figlia Linda, rivela, è un'appassionata, e dirigerla è stato semplice. "A lei piace molto, è un'appassionata. Lei ha una bella esperienza, ha fatto già diversi film, quindi il rapporto era quello che avevo con gli altri attori, cioè di cercare da ognuno di loro di ottenere il massimo che si poteva. E' una piccola professionista per cui si è comportata come un'attrice già navigata".
Se Zampaglione potesse scegliere, tra gli attori che vorrebbe dirigere in un suo horror c'è "Michael Fassbender. Secondo me con lui potrei fare un super thriller, di quelli angoscianti", spiega all'Adnkronos. L'horror "richiede un certo tipo di fisicità da parte degli attori. Cioè alcuni volti, alcune facce sono perfette, altre invece no, perché magari portano verso un qualcosa di più rassicurante, di più simpatico - spiega il cantautore e regista- Per esempio Claudia (Gerini, ndr), che ho utilizzato in 'The Well' benché in Italia abbia fatto tante commedie, può avere un volto da thriller, da horror con questi occhioni chiari, questa espressione".
Avvicinandoci a febbraio 2025, impossibile non tornare sul capitolo Sanremo. E' escluso il ritorno, per citare il suo amato Califano? "Mai non si può mai dire, anche perché io ci sono già stato due volte quindi teoricamente non c'è due senza tre", sorride Zampaglione. Ma racconta quello che gli succede tutti gli anni: "Tutti gli anni in primavera dico questo è l'anno in cui devo tornare a Sanremo. Dopodiché, verso l'estate comincio a dire ma è proprio questo l'anno in cui ci devo tornare? Poi di solito verso settembre ottobre decido che non è l'anno e questo succede da circa ormai 15 anni". Il motivo, spiega, "è che la musica e la gara sono due cose che messe insieme a me disturbano. Ci sono miei colleghi a cui questa cosa da' l'adrenalina. A me mi mette l'ansia. E siccome non amo l'ansia, a meno che non la metta io con un film, la mia condizione ideale per Sanremo è seduto sul divano, con tutta una serie di cose da spizzicare olive, pop corn, e una serie di bevande e gli amici. Io tutti gli anni partecipo così". (di Ilaria Floris)
- 15:32 - Egpa, una terapia indicata riduce utilizzo di corticosteoidi
Roma, 11 dic. (Adnkronos Salute) - Nuove risposte concrete per l'Egpa, acronimo di una malattia rara conosciuta sia come granulomatosi eosinofilica con poliangite sia come sindrome di Churg-Strauss, dal nome dei due scienziati che l'hanno scoperta nel 1951. Colpisce le pareti dei vasi sanguigni e può causare danni agli organi, in primis il polmone, ma anche a reni, cuore, derma e sistema nervoso (centrale e periferico). Contro questa patologia, che ha un'incidenza di 0,5-4,2 casi per milione di abitanti, la prima terapia indicata è mepolizumab, che è in grado di ridurre l'utilizzo dei corticosteroidi orali. Di questo si è parlato oggi a Milano nel corso di un incontro con la stampa promosso da Gsk.
Come in una pièce teatrale, l'Egpa evolve in 3 fasi. Attori della patologia sono gli eosinofili, un tipo di globuli bianchi, e il palcoscenico è l'intero organismo, che può mettere in scena febbre, stanchezza, calo ponderale, dolori articolari e ai muscoli. All'origine c'è un'infiammazione eosinofila che colpisce le pareti dei vasi sanguigni di piccole e medie dimensioni e può causare seri problemi a diversi organi: il polmone in primis, ma anche alle alte vie aeree, ai reni, al cuore, all'intestino, alla stessa pelle. Si tratta quindi di una patologia grave, multisistemica e potenzialmente letale: ogni organo potrebbe essere impattato, anche irreversibilmente, dall’infiammazione.
Nel dettaglio - spiega una nota - l'Egpa evolve attraverso 3 fasi la cui durata nel tempo può variare da paziente a paziente, andando a coprire intervalli fino a 20 anni nei casi a decorso più lento. La prima, prodromica, è caratterizzata da uno stato di infiammazione alle alte e alle basse vie respiratorie e si manifesta con asma e rinite allergica, a volte accompagnate da poliposi nasale. Nella fase successiva (eosinofila), queste cellule del sistema immunitario aumentano a valori pari o più alti di1.500 cellule per microlitro di sangue, oppure superiori al 10% del totale dei leucociti, a fronte di valori di riferimento per le persone sane che normalmente si trovano tra 0 e 500 cellule per microlitro (0-5% del totale dei leucociti), con conseguente loro pericoloso accumulo nei tessuti. In questo stadio anche gli Anca (anticorpi anticitoplasma) possono entrare in azione e creare danni. Le manifestazioni sono: febbre, stanchezza, perdita di peso, dolori articolari, ai muscoli e disfunzione dell'organo maggiormente colpito dall’infiltrazione. La terza fase è detta vasculitica e determina un interessamento sistemico.
Tra gli organi più colpiti c'è il polmone. Altri bersagli sono i reni, il cuore e l'intestino: in quest'ultimo caso l'addensamento degli eosinofili provoca dei micro-infarti mandando in necrosi le parti che non ricevono più il sangue. A volte vengono interessati più organi contemporaneamente e può capitare che la vasculite colpisca anche il sistema nervoso, con perdita di sensibilità o di mobilità dei muscoli. A complicare ulteriormente le cose: le fasi della malattia possono non presentarsi in ordine consequenziale, ma manifestarsi in modo misto e sovrapposto.
La patologia impatta sia a livello fisico sia psicologico, perché al dolore si aggiunge la sensazione di smarrimento e la difficoltà a essere diagnosticati precocemente: ci possono volere dai 7 ai 10 anni. Lo specialista - immunologo, allergologo, reumatologo e pneumologo - in base ai sintomi descritti infatti può sottoporre il paziente a esami di laboratorio specifici che riescono a intercettare l''esplosione eosinofila' grazie al dosaggio dell'emocromo, alla formula leucocitaria ed Ecp (proteina cationica eosinofila, una proteina rilasciata dagli eosinofili), unitamente ad un controllo di un marker d’infiammazione come la Ves.
Fatta la diagnosi inizia il percorso di cura che oggi, fortunatamente, offre un'alternativa alle terapie tradizionali basate su corticosteroidi e immunosoppressori che hanno un impatto limitato, perché non agiscono sull'origine e aumentano il rischio infettivo, favorendo un circolo vizioso. E qui entra in gioco mepolizumab. L'anticorpo monoclonale agisce direttamente sulle cause molecolari e biologiche sia dell'Egpa che delle altre patologie eosinofile. Nello studio registrativo Mirra, pubblicato sul 'Nejm', nel 2017, si è visto chiaramente che, a 24 settimane, oltre la metà dei pazienti in cura con mepolizumab era in remissione di malattia. L'uso del farmaco, inoltre, ha permesso di ridurre significativamente il consumo di corticosteroidi orali necessari per mantenere la malattia sotto controllo. Il risultato, che ha cambiato la vita dei pazienti, è stato confermato poi dallo studio Mars che ha valutato la sicurezza e l'efficacia a lungo termine. Ancora dopo 4 anni di trattamento si è osservata una significativa riduzione mediana dei corticosteroidi orali, un controllo dei sintomi e nessun evento avverso correlato al farmaco.
- 15:27 - Ucraina: condannati a pene da 24 anni all'ergastolo 9 soldati che difesero Azovstal
Mosca, 11 dic. (Adnkronos) - Le autorità di occupazione russe del Donetsk hanno condannato nove soldati ucraini, che erano stati catturati dopo aver difeso Mariupol, a pene comprese tra 24 anni e l'ergastolo. Lo hanno scritto su Telegram le autorità in esilio della città, precisando che i rappresentanti di Mosca nel Donetsk hanno condannato i soldati della 36a Brigata caduti nelle mani dei russi dopo l'assedio di Mariupol e della sua acciaieria Azovstal nella primavera del 2022. Le autorità di occupazione hanno accusato i soldati di aver bombardato il villaggio di Staryi Krym, vicino a Mariupol, nel marzo 2022.