Meno di 24 ore fa era arrivato l’avvertimento della Russia di Putin: se l’apparato miliare Usa non comunicherà con Mosca su base “giornaliera, se non ora per ora” le operazioni in Siria, allora gli Stati Uniti “si assumeranno una responsabilità colossale”. Oggi però Washington e il Cremlino abbassano i toni e confermano di volere cooperare maggiormente per il cessate il fuoco, anche se la Casa Bianca ribadisce che la Russia deve cessare i bombardamenti in Siria contro l’opposizione moderata al regime di Bashar al Assad. Mentre il dialogo della diplomazia internazionale prosegue, non accenna a diminuire, invece, la tensione in Medio OrienteDamasco accusa la Turchia di avere sconfinato in Siria e che l’artiglieria di Ankara avrebbe colpito alcune postazioni entro i confini nazionali.

Le pressioni della Francia sulla Siria – A fare pressione su Erdogan è anche Parigi, che chiede di interrompere i bombardamenti nel nord della Siria contro le forze curdo-siriane del Pyd. La Francia, recita una nota del Quai d’Orsay citata da Cnn Turk, si dice “fortemente preoccupata” per lo sviluppo del conflitto nella regione di Aleppo.

“Usa e Russia manterranno le comunicazioni” – “Il presidente Obama – scrive in una nota la Casa Bianca – ha enfatizzato l’importanza per la Russia di giocare ora un ruolo costruttivo ponendo fine alla campagna aerea contro le forze dell’opposizione moderata in Siria. I leader hanno concordato che gli Stati Uniti e la Russia manterranno le comunicazioni circa l’importante lavoro dell’Issg”. Tutto è avvenuto nel corso di una telefonata tra il presidente russo Vladimir Putin e quello americano Barack Obama, che hanno concordato di intensificare la cooperazione fra diplomatici e altre agenzie governative per implementare la dichiarazione di cessate il fuoco del Gruppo Internazionale di Supporto sulla Siria e le decisioni prese alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera. Decisioni, quelle di carattere umanitario e per il cessate il fuoco e la preparazione di un “processo politico realistico”, che sono state valutate “positivamente” dai due leader, come rende noto il Cremlino.

Nella telefonata Putin-Obama si è parlato anche di Ucraina – Nel corso della telefonata i presidenti di Russia e Usa hanno discusso oltre che della crisi siriana, anche di Ucraina e di lotta all’Is. Quando all’Ucraina, Putin ha detto di auspicare che Kiev faccia passi concreti per avviare un dialogo diretto con il Donbass, regione orientale dell’Ucraina al centro del conflitto col Cremlino. Nel colloquio è stata sottolineata, rende noto ancora l’agenzia Interfax, l’importanza di stabilire stretti contatti fra gli organi di difesa dei due paesi: il leader russo è tornato “a sottolineare l’importanza di creare un fronte unito contro il terrorismo e di rinunciare alle politiche dei due pesi e delle due misure”.

Le accuse della Siria contro la Turchia Damasco accusa la Turchia di avere introdotto in Siria “12 pickup armati e circa 100 militari nelle ultime 24 ore nei pressi del valico di Bab al-Salameh, nei pressi dell’aerea di Azaz colpita dall’artiglieria di Ankara“. A scriverlo è una lettera del ministero degli Esteri siriano, citata dall’agenzia ufficiale Sana, inviata al segretario generale dell’Onu e alla presidenza del Consiglio di sicurezza. Inoltre, prosegue la Siria, la Turchia “ha colpito con la sua artiglieria le postazioni dell’Esercito siriano nel nord della provincia di Aleppo” e i bombardamenti “proseguono anche oggi”. Ieri, infatti, Ankara ha colpito postazioni delle forze curdo-siriane del Pyd, nella zona di Azaz. Si tratta, recita il testo, di un “sostegno diretto al terrorismo” da parte della Turchia. E anche la Francia chiede al paese di Erdogan di interrompere i bombardamenti nel nord della Siria. E sui bombardamenti di Ankara contro i curdi siriani il primo ministro turco, Ahmet Davutoglu, ha spiegato telefonicamente alla cancelliera tedesca Angela Merkel che le forze di sicurezza della Turchia continueranno a rispondere agli attacchi della milizia Ypg nel nord del paese siriano.

“Operazione di terra in Siria porterebbe a guerra totale” – Il premier russo Dmitry Medvedev, intervistato a EuroNews, conferma l’appoggio di Mosca a Bashar al Assad “unica autorità legittima in Siria in questo momento” e aggiunge che allontanarlo “vorrebbe dire il caos come abbiamo visto diverse altre volte in Medio Oriente quando altri Paesi sono collassati, come ad esempio è accaduto alla Libia“. Le forze di Assad, grazie al decisivo sostegno militare russo, stanno riconquistando terreno, in particolare nella parte nord-ovest del Paese, in particolare attorno alla città di Aleppo. E Medvedev aggiunge anche che un’operazione di terra in Siria porterebbe a una “guerra totale e lunga”. Queste parole sono una risposta alle dichiarazioni del segretario di Stato americano John Kerry, che ha affermato che in caso di fallimento del piano per il quale ci si è accordati a Monaco truppe straniere potrebbero entrare nel conflitto. “Queste sono parole futili, lui non avrebbe dovuto dirlo per una semplice ragione: se tutto ciò che vuole è una guerra prolungata, può compiere operazioni di terra e qualunque altra cosa. Ma non provi a spaventare nessuno”, afferma il premier russo.

Arabia Saudita: la più grande esercitazione militare congiunta mai organizzata nella regione – Se la situazione del conflitto militare in Siria è destinato a peggiorare nei prossimi giorni, intanto oggi venti paesi arabi e tutti sunniti hanno inviato in Arabia Saudita forze armate nel nord del paese per eseguire la più “grande esercitazione militare congiunta di terra, aria e mare” secondo Al Arabiya che ha ripreso l’agenzia stampa ufficiale saudita Spa. Si tratta della coalizione di almeno 34 Paesi, di cui Riad è il perno, che ha l’obiettivo di combattere il “terrorismo” nei paesi islamici.

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