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Onde gravitazionali, scoperta storica: Fisici: “Come quando Galileo puntò al cielo il suo cannocchiale” - 3/7

A cento anni dalla pubblicazione della Relatività Generale, una delle poche previsioni della rivoluzionaria teoria di Albert Einstein che si era finora sottratta alla verifica sperimentale diretta, trova finalmente conferma. E l'Italia ha dato il suo contributo con l'Istituto nazionale di fisica nucleare
Onde gravitazionali, scoperta storica: Fisici: “Come quando Galileo puntò al cielo il suo cannocchiale” - 3/7
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Le onde gravitazionali sono state prodotte nell’ultima frazione di secondo di un evento cosmologico mai osservato finora direttamente: la fusione tra due buchi neri, di massa equivalente a circa 29 e 36 masse solari. Il risultato di questo cataclisma è un mostro cosmico, un unico buco nero rotante di circa 62 masse solari. Le 3 masse solari mancanti dopo la fusione corrispondono all’energia emessa sotto forma di onde gravitazionali. La massa e l’energia, infatti, come ci ha insegnato Einstein con la sua celebre equazione E=mc2, sono equivalenti. Questo scontro tra titani è avvenuto al di fuori della Via Lattea, a una distanza dalla Terra di circa 410 megaparsec (410 milioni di parsec, dove 1 parsec equivale a poco più di 3 anni luce, ndr). Le onde sono state, quindi, emesse quasi un miliardo e mezzo di anni fa, quando sul nostro Pianeta facevano la loro comparsa le prime cellule evolute, in grado di utilizzare l’ossigeno per produrre energia. E ha viaggiato tutto questo tempo nel cosmo, alla velocità della luce. Fino ai nostri giorni.

“Questo risultato rappresenta un regalo speciale per il 100° compleanno della Relatività Generale – commenta Fernando Ferroni, presidente dell’Infn -. È il sigillo finale sulla meravigliosa teoria che ci ha lasciato il genio di Albert Einstein. Una scoperta – prosegue il fisico italiano – cui l’Italia ha dato un grande contributo, figlio di quella scuola che negli anni ’70 del secolo scorso si formò intorno alle figure di Edoardo Amaldi, Guido Pizzella, Adalberto Giazotto, e che oggi vede i nostri ricercatori protagonisti grazie alla tecnologia di Virgo”.

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