Il mondo FQ

Renzi, il paradosso del mentitore

Icona dei commenti Commenti

Renzi 675

La fine del rottamatore sta proprio nel suo inizio. In un cerchio logico chiuso dal quale non può uscire, lui e tutto il suo gruppo di fedelissimi. Renzi si è infilato anzi si è tuffato vestito, nel “paradosso del mentitore”. Quando ha cominciato ha affermato, ricevendo consenso, che tutti i politici mentono e va rottamata una classe dirigente che ha bloccato il Paese. La cosa è passata perché lui si è autoproclamato rottamatore e quindi non un politico, ma un antipolitico. Perché se lui politico avesse detto che tutti i politici mentono, Renzi politico mente, ergo mente anche quando dice che tutti mentono.

Per questo i 5stelle hanno sempre rifiutato di farsi chiamare onorevoli, per marcare una netta distanza e non finire nel paradosso del mentitore. I cittadini stanno dall’altra parte, mentre i politici mentono. Renzi dentro il paradosso ormai ci sguazza e si avvita. Con l’abbraccio mortale di Verdini si conclude il suo ciclo paradossale: tutti i politici mentono, Renzi è un politico perché con Verdini, addio rottamazione, ergo mente. Ma lui pensa, convinto, dentro il cerchio logico del paradosso, che non è vero che mentono, lui e i suoi gigli, perché sono il nuovo e che esso può affermarsi anche con l’aiuto del vecchio. In questo modo passa dal paradosso del mentitore a quello del venditore.

Il venditore deve prima convincere se stesso che una merce è utile ed indispensabile: i truffatori dell’Etruria affibbiavano le obbligazioni premettendo “ho fatto anch’io lo stesso investimento”. Con l’indispensabilità di Verdini al Senato Renzi finisce nel calderone di tutti i politici che da sempre mentono ai cittadini perché la verità è che i vincoli di rappresentanza sono saltati da decenni ormai grazie a leggi elettorali mutanti che hanno reso impossibile un vero e proprio rapporto di rappresentanza.

In questo senso la casualità, il “sorteggio civico” di Grillo e Casaleggio, tra cittadini ha meno rischi ed effetti collaterali calcolati. Renzi una cosa l’ha rottamata sul serio: il Partito Democratico. L’unico suo grande capolavoro di rottamazione è stato quello di aver rottamato se stesso ed il suo Partito. Se stesso nel momento in cui si presenta da politico (che ha bisogno di tutti i voti possibili) in aula affermando che non c’è conflitto di interessi tra il suo governo e le banche. Ma da politico Renzi sa bene, lo ha sempre detto da rottamatore, che tutti i politici mentono, ergo…Il suo sguardo non è più disinvolto e sbarazzino come all’inizio.

Il suo amico Sensi gli avrà pure detto che con Banche, Rolex e scatoloni Ikea sulle statue, la sua credibilità si è “squagliata”. Come sta accadendo al suo Pd preso d’assalto da Verdini e tesseramenti anomali, che sta diventando come la tavoletta di cioccolata portata al mare e dimenticata nello zaino sotto il sole. Quando cerchi di prenderla, non sai dove stai mettendo le mani.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione