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Quarto, sindaco ai pm: “Non denunciai ricatto per evitare ricadute su giunta”

Rosa Capuozzo ascoltata per la quarta volta dai pm di Napoli. A quanto emerge, ha spiegato di aver maturato poco alla volta la consapevolezza sulle pressioni del collega di partito De Robbio, e di non averle rilevate alla magistratura per non mettere a rischio l'amministrazione
Quarto, sindaco ai pm: “Non denunciai ricatto per evitare ricadute su giunta”
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Pentita di non aver denunciato il ricatto”? Rosa Capuozzo abbassa gli occhi e non risponde. Sono le 20.20 e il sindaco di Quarto è appena uscita dagli uffici del pm della Dda di Napoli Henry John Woodcock dopo tre ore e mezza di interrogatorio, il quarto in meno di due mesi. Al buio del parcheggio della Procura conclude l’ultimo impegno di una giornata iniziata con l’espulsione dal M5s e l’annuncio di voler tirare dritto senza Beppe Grillo. Può farcela? “Speriamo di sì. Continueremo a Quarto il grande progetto dei 5 Stelle. Ma senza simbolo. Il Movimento non è un simbolo, sono dei princìpi”.

La attendono una quindicina di consiglieri. Anche loro smetteranno di obbedire al blog. L’inchiesta giudiziaria intanto accelera. Nel pomeriggio il pm ha ascoltato la Capuozzo, il capogruppo M5s di Quarto Alessandro Nicolais e la consigliera Concetta Aprile. Voleva chiarimenti dai tre politici intercettati in conversazioni telefoniche, dove appare evidente che il sindaco, al contrario di quanto riferito nei primi due interrogatori, sapeva di essere sotto minaccia dell’ex consigliere grillino Giovanni De Robbio. Colloqui dai quali emergono i veleni interni al M5s e i sospetti sull’esistenza di loro registrazioni clandestine sulle malefatte di De Robbio, file audio che i carabinieri hanno cercato nel corso delle perquisizioni svolte l’altro ieri in Municipio e nelle case di sindaco e capogruppo. Durante l’interrogatorio la Capuozzo avrebbe spiegato di aver maturato poco alla volta la consapevolezza del ricatto in corso. E di non averlo denunciato per evitare ricadute sulla giunta, dalla caduta in Consiglio fino allo scioglimento. Stretta tra i due fuochi delle “pressioni” del consigliere votato dagli ambienti vicini al clan Polverino e di una polemica politico-mediatica sul presunto abuso della mansarda di famiglia, il sindaco ha adottato la strategia della minimizzazione.

Tattica che non ha retto all’avanzare delle indagini. “Ma quale ricatto, non poteva esserci nessun ricatto, il sindaco ci aveva detto che era tutto a posto” insiste la Aprile appena uscita dalla stanza del pm. “Con me poi non avrebbero potuto provare a minimizzare. Io sono un tipo che va e denuncia, non transigo. De Robbio? Era insistente, una piattola. A momenti dolcissimo, a momenti provocatorio”. E se dovessero sciogliere la giunta? “Allora scenderà il buio su Quarto. Stavamo agendo nella legalità. Ma siamo stati abbandonati”.

Da Il Fatto Quotidiano del 13 gennaio 2015

Aggiornato dalla redazione web

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