Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, l’aveva ribattezzato pomposamente “Padania Express“. Senonché il viaggio sperimentale del presunto convoglio superveloce di Trenord fra Genova e Milano si è risolto in un flop. Per coprire i 148,79 chilometri del tragitto  fra le stazioni di Genova Principe e Milano Centrale, con fermata a Rogoredo,- il treno ha impiegato un’ora, trenta minuti e 27 secondi. Tre minuti in più del Thello, il convoglio più veloce attualmente in servizio fra Genova e Milano, che compie due fermate intermedie, anziché una. Iniziato fra squilli di fanfare, rulli di tamburi e la rituale bottiglia di spumante stappata in carrozza, il viaggio voluto dai governatori Toti e Maroni – a bordo del treno Coradia Meridian di Alstom – con codazzo di assessori e funzionari e stampa al seguito,  si è risolto in una delusione. Impossibile abbreviare i tempi di percorrenza. La linea ferroviaria fra Genova e Milano è afflitta da quattro “colli di bottiglia” e da un volume di traffico straordinario fra Pavia e la capitale lombarda. Altro che i 55 minuti favoleggiati dal governatore Maroni.

Ripiegate le insegne Toti e Maroni hanno convenuto che se ne riparlerà fra 18 mesi. Nel frattempo si dovrà correggere alcuni difetti sulla linea e trovare quasi 90 milioni di euro. Maroni ha preso l’impegno di finanziare con 50 milioni l’acquisto di sette coppie di treni più una coppia di rinforzo nell’ora di punta. Altri venti milioni serviranno per raddrizzare i “colli di bottiglia” che strozzano la velocità dei treni sotto i cento km/ora; 16 milioni se ne andranno per coprire i costi di esercizio, suddivisi tra le due Regioni e il ministero delle Infrastrutture. Prossima tappa, l’ufficio romano del ministro Delrio, col quale andranno definiti i dettagli dell’operazione.

La Liguria rimane dunque nel suo isolamento logistico tutt’altro che dorato. Fra Genova e Milano si continuerà a viaggiare con tempi di percorrenza simili a quelli del 1938. L’Alta Velocità, causa Appennino, resta un miraggio. Toti vorrebbe agganciarla istituendo sulla tratta Genova-Roma un collegamento rapido (tre ore e mezzo) via Firenze con la Capitale. RFi sarebbe favorevole a liberare gli slot nel nodo di Firenze. La regione Toscana frena, teme di perdere le frequenze del collegamento sulla linea tirrenica che però impone ai viaggiatori diretti da Genova e Roma (e viceversa) un viaggio di oltre quattro o addirittura di cinque ore.

L’altro nodo indistricabile del traffico ferroviario sta sulla riviera di ponente, fra Finale Ligure e San Lorenzo al Mare, 44 chilometri a binario unico in direzione della Francia. Cose da Medioevo. Il tratto fra Andora e San Lorenzo al Mare (di 19 chilometri di cui 16 in galleria, con la nuova stazione di Imperia), sta per essere completato e dovrebbe entrare in esercizio a giugno 2016. I treni sfrecceranno a 180 chilometri l’ora dai 90 attuali. Resta da raddoppiare il tratto Andora-Finale Ligure.  La legge di stabilità ha destinato 15 milioni di euro annui per 15 anni per iniziare gli interventi propedeutici all’opera principale. il 17 gennaio 2014 a causa una frana un treno deragliò all’altezza di Andora, i collegamenti ferroviari si interruppero spezzando in due la Liguria.

Dice a IlFattoQuotidiano.it il senatore di Liguria Civica Maurizio Rossi, membro della commissione trasporti: “Quei 225 milioni di euro possono essere spesi non in dieci ma in soli due anni per le opere preliminari. Sarà essenziale che la finanziaria 2016/17 stanzi i fondi per la realizzazione dell’opera, 32 km in variante di cui 25 in galleria, per un investimento di 1,2-1,3 miliardi di euro e nove anni circa di lavori”. Campa cavallo… “I collegamenti veloci con Milano e Roma sono vitali e spendendo somme di denaro non enormi si può realizzarli”. In attesa del Terzo Valico (i cantieri liguri procedono con stop and go continui causa amianto) che non sarà pronto prima di 8-10 anni e sarà comunque assegnato principalmente al traffico merci.

Se non ci saranno intoppi di carattere economico e idrogeologico entro il 2026 si viaggerà in un’ora fra Genova e Ventimiglia, un percorso di 147 km che oggi si compie in oltre due ore. L’opera è stata inserita dalla regione Liguria fra quelle prioritarie e strategiche nell’elenco consegnato al governo che comprende  anche il raddoppio della Pontremolese, la linea ferroviaria che unisce l’estremo levante ligure con Emilia e Toscana. E il completamento del nodo ferroviario di Genova (tratta Cornigliano-Nuova stazione aeroporto-Sestri Ponente, valore 64 milioni) per il quale sono già in corso  i lavori di raddoppio fra le stazioni di Principe e Brignole (termine previsto il 2018) per lo sdoppiamentio del traffico locale e del traffico nazionale.

Il senatore Rossi ha sollecitato il governo a dichiarare la mancanza di continuità territoriale della Liguria, con la possibilità di destinare alla rete logistica finanziamenti che non costituiscono aiuti di Stato. “L’abbandono dei collegamenti aerei Genova-Roma da parte della compagnia Vueling ha rimesso Alitalia in posizione di monopolio, subito sfruttato alzando le tariffe fino a 900 euro andata e ritorno con la capitale. Ciò costituisce un ostacolo alla mobilità, aerea e ferroviaria, da e per la Liguria e configura la condizione per stanziare i finanziamenti. La Sardegna lo ha fatto con venti milioni di euro”. L’aeroporto Cristoforo Colombo è un’altra spina nel fianco della logistica ligure. Inchiodato sotto il milione e mezzo di passeggeri/anno, è stato declassato e la sua privatizzazione si è bloccata per l’ennesima volta dai dissensi dei soci, l’Autorità portuale, la Camera di Commercio e la Società Aeroporti di Roma.

Intanto i pendolari sono in rivolta contro l’orario feroviario invernale che ha soppresso diversi collegamenti a medio e corto raggio, alle Cinque Terre sono preoccupati. Trenitalia vuole cancellare l’accordo sulla card  Treni multiservizi che consentiva fino all’estate scorsa ai turisti – due milioni e mezzo nei cinque borghi dello spezzino – di circolare con una tessera giornaliera del costo di appena 12 euro.

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