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Piano nazionale porti bocciato dalla Consulta senza Conferenza Stato-Regioni: Renzi non ne azzecca una 

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Certo che su porti e aeroporti il Governo Renzi non ne azzecca mai una. Non bastava l’emendamento “vergogna” sullo scalo di Firenze a fargli fare una figura barbina, ora ci si mette pure la Consulta che, solo qualche giorno fa, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 29, comma 1, del decreto c.d. “Sblocca Italia” nella parte in cui non prevede che il piano strategico nazionale della portualità e della logistica sia adottato in sede di Conferenza Stato-Regioni (Sentenza 261/2015).

Un epilogo scontato per questo governo a cui, purtroppo, non importa un fico secco di quel che dicono le opposizioni durante i dibattiti parlamentari, come pure dei rilievi, sempre puntuali, fatti dall’Ufficio studi di Camera e Senato.

Sel e M5S hanno detto e ripetuto svariate volte che il piano strategico della portualità presentava dei problemi, per non parlare del Ddl Madia sulla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche dove, solo dopo un intensissimo dibattito parlamentare, fu inserito un debole e indefinito riferimento al coinvolgimento delle regioni e degli enti locali nel processo riorganizzativo delle autorità portuali.

Ma alla fine si arriva sempre alla resa dei conti. Ed è nella Commissione trasporti della Camera dei deputati che Mirella Liuzzi (M5S)  mette alle strette il governo chiedendogli quali saranno, anche alla luce della citata sentenza, le conseguenze di carattere costituzionale derivanti dal mancato coinvolgimento di regioni ed enti locali nell’emanazione del Piano strategico nazionale della portualità.

Anche se valutato dalle regioni, il piano strategico della portualità e della logistica non è stato esaminato formalmente nell’ambito della Conferenza Stato-regioni, e la mancanza di tale passaggio, anche alla luce della citata sentenza costituzionale, potrebbe rendere illegittimo l’intero iter di approvazione del Piano stesso.

A questo punto il governo cerca di correre ai ripari rispondendo all’interrogazione in Commissione, dichiarando che in ogni caso la nuova governance dovrà contenere, comunque, anche sulla scorta delle raccomandazioni e delle osservazioni avanzate dal Parlamento, dalle stesse regioni, dall’Anci, elementi di decisivo coinvolgimento del sistema delle istituzioni territoriali: dalla nomina dei presidenti delle nuove Autorità di sistema, frutto di intese tra Ministro e presidenti di regioni alla presenza di delegati di regioni stesse, comuni, oggi sedi di Autorità portuale, e città metropolitane all’interno dei nuovi Comitati di gestione delle Autorità.

Ma è veramente impressionante come la risposta dell’esecutivo si trinceri dietro il principio del vulnus procedurale che, state tranquilli, sarà risolto in qualche modo. Vedete: sentiremo tutti. Come se i principi e le procedure costituzionali fossero meri tecnicismi. A breve, seguendo questa logica, diventerà un semplice tecnicismo e una mera procedura anche il fatto che una norma entri in vigore solo dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Inevitabile chiedersi: ma voi esponenti del governo e della maggioranza che lo sostiene, che scrivete e imponete al Parlamento leggi scritte con i piedi, in spregio a qualsiasi rilievo fatto dalle opposizioni e dai tecnici, avete una vaga idea di quello che fate e dell’abisso dell’assoluta ignoranza, approssimazione, rifiuto della democrazia, dello stato di diritto e caotico dilettantismo di cui siete espressione e promotori?

Prima di Natale pensateci.

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