Un plauso a Repubblica e al collega Fabio Butera, che sull’onda delle precedenti video-denunce per documentare con le ‘camminate’ il sessismo maschile per strada in tutto il mondo (le street harassment di cui si occupa da anni l’associazione Hollaback), ci introduce nel meraviglioso mondo dell’esuberanza testosteronica delle forze dell’ordine capitoline. Sì, perché grazie al Giubileo molta più polizia, carabinieri e vigilanza locale pattuglia le strade di Roma, e intanto, in attesa di mostrare lo zelo del lavoro di sicurezza, gli effetti visibili sono questi: forse grazie alle belle giornate invernali alcuni uomini in divisa sentono il richiamo della foresta.

Nel video ci sono alcuni esilaranti (si fa per dire) minuti di apprezzamenti e complimenti a giovani italiane e straniere.
Così, gratis, solo perché si sa che alle donne fa piacere sentirsi carine, e chi meglio dell’uomo in divisa, da sempre affascinante per le femmine di ogni latitudine, può esaudire questo bisogno?

Nulla di volgare, per carità: si va dal più tecnologico ‘ti farei una foto’ al classico ‘sei bellissima’, all’informativo ‘dove vai’ o ‘come ti chiami’: tutte domande o affermazioni perfette per una serata nei locali, ai concerti, in casa di conoscenti. Socializzare è ottimo, giusto ed eccitante, peccato che qui si tratti di uomini che rappresentano lo Stato e la sicurezza nazionale.

Ci sono anche minus habens di sesso femminile (due straniere tra tutte le intervistate) lusingate, (i nostri policemen sono prestanti!), e una italiana, che difende la presunta nostra ‘cultura’ che vuole la pulsione ai ‘complimenti’ (non richiesti) parte integrante dell’identità maschile nazionale.
Resta gravissimo che, ripeto, uomini dello stato in divisa, quindi nell’esercizio di un’importante e delicatissima funzione sociale, si lascino andare a fare i galli per strada.

A chi sostiene che queste notazioni sono la solita noiosa esagerazione femminista rispondo invitando a vedere il video della francese Eleonore Pourriat “Oppressed majority” che offre la versione, assai disturbante, di una mondo in cui le donne si comportano come gli uomini, e gli uomini subiscono la ‘normalità’ del comportamento aggressivo e sessista. Potrebbe aiutare a capire cosa non va nel comportamento che, per affermare la virilità, autorizza la metà del mondo a dare giudizi non richiesti all’altra metà.

In questi anni ho incontrato poliziotti e carabinieri che sono saliti per una sera sul palco a leggere frasi ritenute imbarazzanti dalla maggior parte dei loro simili in occasione di Manutenzioni-Uomini a nudo, il laboratorio di teatro sociale per uomini contro la violenza sulle donne, e altrettanti ne ho incontrato durante le formazioni sul front line di intervento contro la violenza che ho tenuto in varie città italiane. Nessuno di loro si sentirebbe rappresentato da questi bulli con pistola e mostrine, che svalorizzano il ruolo di migliaia di loro colleghi, dando un pessimo esempio delle forze dell’ordine italiane, asseverando uno stereotipo fastidioso e becero che, per primi, gli uomini dovrebbero allontanare e bandire da sé.

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