Sei anni di vertenza, la metà dei quali solo per stabilire con una procedura che ha riguardato tutti i gradi di giudizio la nazionalità del foro competente, risultato quello della Germania e non quello degli Stati Uniti. Con una sentenza che ha di fatto confermato quella precedente, benché con una motivazione differente, la Corte d’Appello di Jena ha attributo alla Ford la responsabilità di non aver tutelato i segreti industriali di uno dei suoi fornitori, la Mitec. La società, che conta 800 addetti e filiali in Cina e negli Stati Uniti, ha avanzato anche una richiesta di danni per 20 milioni di euro.

I giudici di Jena hanno dato ragione alla Mitec, come in precedenza avevano fatto i colleghi del tribunale di Meiningen, respingendo le motivazioni dell’Ovale Blu. La Ford, riporta l’agenzia tedesca DPA, avrebbe manifestato l’intenzione di ricorrere in Cassazione. Questo significa che la sentenza non è ancora effettiva e che i tempi del possibile pagamento potrebbero essere destinati ad allungarsi. Anche perché a stabilire l’entità del risarcimento sarà un altro tribunale.

La Mitec contesta al colosso americano di aver “passato” a fornitori rivali disegni e dati circa un componente impiegato per ridurre vibrazioni e rumori del motore. Secondo Michale Militzer, amministratore delegato della società che ha sede ad Eisenach e che nel 2013 aveva annunciato un contratto pluriennale con la Jaguar (25 milioni di euro, cioè circa un quarto del fatturato annuale), i giudici avrebbero stabilito un principio importante che impedisce ai costruttori di trasferire il know-how dei fornitori affinché “vengano prodotte copie che costano meno”. La Mitec, che ha lamentato un calo di fatturato, ha contestato a Ford il fatto che gli stessi componenti vengano fatti fabbricare da altre società in Giappone ed in Messico. Il combattivo Militzer, che è anche presidente dell’associazione regionale dei fornitori, ha fatto sapere di aver intenzione di valutare se aumentare la richiesta di danni iniziale.

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