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Attentati Parigi, il capo delle teste di cuoio a Saint-Denis: “Terroristi lanciavano granate, difesi da maxi-scudo”

Jean-Michel Fauvergue ricostruisce l'operazione nel quartiere parigino durata 7 ore: "Sapevamo solo l'indirizzo dell'appartamento e che potevano essere dai 3 ai 5 terroristi armati di kalashnikov e cinture esplosive. E che uno di loro poteva essere Abaaoud"
Attentati Parigi, il capo delle teste di cuoio a Saint-Denis: “Terroristi lanciavano granate, difesi da maxi-scudo”
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“Martedì sera siamo stati avvertiti di un’imminente operazione antiterroristica a rischio contro un appartamento in cui potevano esserci dalle 3 alle 5 persone. L’indirizzo era l’unica cosa che sapevamo”. Jean-Michel Fauvergue, numero uno delle forze speciali del Raid che ha guidato il blitz a Saint-Denis, racconta a Le Figaro l’operazione che alle 4.16 del 18 novembre ha trasformato il quartiere di Parigi in un campo di battaglia. “Sapevamo per certo che i terroristi saprebbero stati armati di kalashnikov e cinture esplosive” e che uno di loro poteva essere Abdelhamid Abaaoud, la “mente” degli attacchi terroristici, che ora la Procura ha confermato essere morto.

Arrivati sul posto, per approfittare dell’effetto sorpresa, gli uomini hanno deciso di non evacuare gli edifici circostanti, né quello in cui si trovava l’appartamento: “Non volevamo rischiare che un vicino potesse dare l’allarme – ha spiegato Fauvergue – Abbiamo mandato i cecchini sui punti più alti, nel cortile e a controllo di aperture, finestre e lucernari vicini”. Gli agenti hanno piazzato dell’esplosivo davanti la porta dell’appartamento, in modo poter entrare velocemente. E’ a questo punto però che “abbiamo incontrato la prima difficoltà“: l’esplosivo non ha funzionato bene, “la porta, blindata, ha resistito e ci ha fatto perdere l’effetto sorpresa”.

“A quel punto ci siamo dovuti adattare”, ha continuato il capo del Raid. La reazione dei terroristi è stata immediata: “Ci siamo trovati nel mezzo di una sparatoria” durata “mezz’ora, tre quarti d’ora” nel corso della quale sono state lanciate granate contro gli uomini di Fauvergue. Nel frattempo “un grande scudo era stato installato dai terroristi dietro la porta. Era uno scudo pesante, poggiato su una struttura a rotelle. Non uno scudo sarcofago ma quasi”, ha spiegato il comandante delle forze speciali.

Nella dettagliata ricostruzione del blitz, Fauvergue ha raccontato anche il momento in cui la donna kamikaze si è fatta esplodere: “Avevamo piazzato 6 tiratori scelti intorno all’edificio” e uno dei cecchini “ha sorpreso uno dei terroristi e gli ha chiesto di alzare le mani. Lui non l’ha fatto e così il tiratore ha aperto il fuoco. Il terrorista colpito ha continuato a sparare con il kalashnikov. Poi la donna all’interno dell’appartamento ha aperto il fuoco e si è sentita una grande esplosione. Le finestre, sul lato della strada volano in frantumi. Un pezzo di corpo, un pezzo di colonna vertebrale, precipita su una delle nostre auto”. La donna kamikaze, come spiega Fauvergue, non si è gettata sulle forze speciali ma si è fatta esplodere all’interno dell’appartamento, sperando di ferire gli agenti appostati fuori. L’esplosione per fortuna non ha colpito gli uomini anche se “lo scoppio ha fatto piegare un muro portante”. Il blitz nella banlieue parigina è durato 7 ore.

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