MotoGp Valencia

Vado controcorrente, anzi contromano e la prendo alla larga sperando di non finire fuori pista.

Ai campionati italiani di nuoto del 1966, nella piscina di Firenze, il dorsista della Rari Nantes Milano (Silvano Villa) coprì i 100 metri della sua frazione in circa 2′ normalmente impiegava 1 minuto e pochi secondi.

Il cronista televisivo Nico Sapio (scomparso nella tragedia di Brema) non riusciva a capacitarsi di tale perfomance. Nei giorni successivi si seppe che si era trattato di una protesta decisa dagli atleti contro l’allenatore che per ottenere un rimborso-trasferta in più aveva deciso di non schierare la miglior formazione, sostituendo Alberto Sica (vice campione italiano) con un ragazzo di buona volontà e condannando la squadra a non competere a meglio.

Nella prossima, ultima e decisiva gara del mondiale di MotoGp, Valentino Rossi partirà in ultima posizione, per punizione. I fatti che hanno portato a questa decisione sono noti.

Se Rossi è convinto di aver subito un torto, auspico che si comporti come Silvano Villa, una gara al ralenti,  per un addio in grande stile.

A Valentino si offre la grande opportunità di uscire di scena e protestando pubblicamente e pacificamente, liberandosi così dalla pressione, non solo sportiva, che lo spinge a rischiare il limite, a ritentare anno dopo anno, a inanellare duelli con il giovane di turno. Abbandonerebbe così anche i banali panni di Peter Pan in un mondo senza Campanellino, ma con tanti pescecani e pirati.

Non è facile e forse nemmeno praticabile, ma non esiste un momento nella vita in cui ci si dichiara soddisfatto di quanto abbiamo avuto e siamo capaci di ringraziare, salutando a centrocampo e mandando al diavolo circo, impresari e sponsor?

Gli appassionati capirebbero e Valentino potrebbe essere per un giorno Va-lentino, che poi non è così male, nella vita.

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