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Detenuto apre la finestra ed evade dalla clinica psichiatrica. Caccia all’uomo nel Cuneese

Il 32enne ritenuto "socialmente pericoloso" faceva parte del gruppo di detenuti degli ex Ospedali psichiatrici giudiziari che la Regione ha destinato alla struttura di Bra
Detenuto apre la finestra ed evade dalla clinica psichiatrica. Caccia all’uomo nel Cuneese
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Era appena arrivato alla clinica psichiatrica San Michele di Bra, ma c’è rimasto solo poche ore. Piergiacomo Azzalin, detenuto di 32 anni con numerosi precedenti alle spalle e considerato “socialmente pericoloso“, è infatti riuscito ad aprire una finestra e a dileguarsi nel nulla. Le forze dell’ordine stanno setacciando tutto il Cuneese per catturarlo.

L’uomo faceva parte del gruppo di detenuti degli ex Ospedali psichiatrici giudiziari, diciotto in tutto, che la Regione ha destinato alla clinica braidese. Da una prima ricostruzione, poco dopo il suo arrivo alla clinica, ha aperto una finestra senza inferriate, scavalcato un cancello alto tre metri e raggiunto la strada in direzione della stazione ferroviaria.

L’evasione nelle stesse ore in cui, dall’altra parte d’Italia, l’ergastolano Fabio Perrone, 42 anni, è fuggito da un ospedale di Lecce dove avrebbe dovuto essere sottoposto ad alcuni accertamenti sanitari. Azzalin, originario di Pavone Canavese, nel Torinese, nonostante la giovane età aveva già una sfilza di precedenti alle spalle. Oltre all’uso di sostanze stupefacenti, guida in stato di ebbrezza e altri reati minori, nel 2008, per ritorsione nei confronti della madre che non gli aveva dato le chiavi dell’auto, aveva aperto il gas e provocato un’esplosione in casa che, oltre a causare ingenti danni, lo aveva ferito. Ustioni e abrasioni che non gli avevano però impedito di tentare la fuga. La polizia lo aveva intercettato, e fermato, alla stazione di Ivrea, gli abiti imbevuti della sostanza infiammabile utilizzata per innescare la devastante deflagrazione.

A dare l’allarme, oggi a Bra, lo stesso personale della clinica, che ha fatto scattare le ricerche delle forze dell’ ordine. Da una prima ricostruzione, è probabile che anche in questo caso Azzalin abbia raggiunto la vicina stazione ferroviaria per allontanarsi il più velocemente possibile, confondendosi tra gli studenti e i pendolari che frequentano abitualmente i treni. L’identikit dell’evaso è stato diffuso a tutte le unità operative, i controlli sui treni sono stati rafforzati e sono stati istituiti numerosi posti di blocco in tutto il Piemonte.

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