C’è dieta e dieta. Consigliato dal suo collega Lucio Barani, medico, il senatore Vincenzo D’Anna ha perso 16 chili. Allo stesso tempo, però, il verdiniano più noto d’Italia osserva: “Politicamente, mica possiamo morire d’inedia, facendo gli schiavi a vita. Non possiamo essere considerati reietti e poi sostenere lo stesso il governo. Noi rappresentiamo interessi diffusi, legittimi, positivi”. D’Anna è stato il primo a teorizzare l’incontro tra i renziani e i liberali ex berlusconiani. Materia delicatissima ed esplosiva al Nazareno, inteso come la sede nazionale a Roma del Pd. Ed è per questo che precisa di parlare a titolo personale e non da portavoce di Alleanza liberalpopolare per le autonomie, la formazione verdiniana.
Manovra a rischio fiducia: voi verdiniani direte sì?
Non vogliamo essere riconosciuti come verdiniani, ma come liberali e riformatori.
Quindi?
Se un giorno fossimo costretti a votare la fiducia vuol dire che Renzi non avrebbe i numeri. A quel punto noi, nostro malgrado, ci troveremmo in maggioranza e questo presupporrebbe rispetto e dignità. Se poi il premier, invece, avrà la maggioranza vorrà dire che i nostri voti sarebbero aggiuntivi, eventualmente.
Vostro malgrado, non esageri.
Oltre a lei, lo dico a tutti quelli che nel Pd ci considerano reietti…
…per inciso, non più solo la minoranza dem: i mal di pancia riguardano Delrio, Orlando, finanche sindaci come Fassino.
Appunto, dico a tutti che noi non vogliamo entrare nel Pd. Noi intendiamo radunare tutte le forze moderate, liberali, non solo quelle orfane come noi di Berlusconi.
I cespugli centristi sono vari.
Ci rivolgiamo a Ncd di Alfano, a quel che resta di Scelta civica, al Centro democratico di Tabacci, pure agli amici di Raffaele Fitto.
Una volta fatto il centro?
Dovremmo allearci per necessità con Renzi, già a partire dalle prossime amministrative. Dico per necessità perché da un lato c’è il lepenismo di Salvini, dall’altro il nulla del Movimento 5 Stelle.
E se resta il premio di lista all’Italicum, anziché ritornare a quello di coalizione?
La politica è l’arte del divenire. Altrimenti pazienza, resisteremo. Però a Renzi dico che se poi arriva al ballottaggio con Grillo non può chiedere i nostri voti per non perdere. Gli risponderei: perché non ci pensavi prima?
Lui a dire il vero, ci sta pensando. Altrimenti tutte queste polemiche sui verdiniani che senso avrebbero?
Il senso che, come Renzi, noi vogliamo modernizzare lo Stato, abbattere il Moloch della spesa pubblica. E sinora, nella sua versione riformatrice, il premier ha maggiori affinità con noi che con la sua minoranza.
Dicono che abbia ucciso i comunisti.
Lasci stare, i comunisti sono morti da soli. In ogni caso Bersani esisterebbe a prescindere da Renzi e Verdini. Loro sono la sinistra di un statalismo bolso, che ha la muffa. Noi vogliamo concorrere alle riforme liberali.
La dignità, il riconoscimento passano per le presidenze delle commissioni e il rimpasto?
Non è una questioni di poltrone, di mercato. O siamo reietti oppure non lo siamo. È una questione di dignità, ripeto.
Se non è mercato, è trattativa?
Lei insiste, allora le dico che nel silenzio generale non ho sentito una sola voce di indignazione per l’elezione di Tonini (senatore del Pd, ndr) alla presidenza della commissione Bilancio del Senato. Lo scrutinio era segreto ma noi di Ala lo abbiamo votato.
Che vuol dire?
L’apporto di Ala è determinante, come dimostrano le riforme costituzionali. E mi faccia dire pure una cosa.
Quale?
Io non chiedo posti per me ma se alla commissione Sanità si deve scegliere tra D’Anna, che è biologo, e Gotor, che è storico, chi è meglio in base alle competenze?
È vero che Verdini ha rinunciato al suo tour tv su pressioni di Renzi.
Si è preso una pausa di riflessione, ma Verdini non è uno che si fa imporre le cose dagli altri. Lei non mi crederà, ma lui non vuole essere leader, né tantomeno indebolire questo progetto con le critiche alla sua persona ogni volta che appare.
Rassicuri la minoranza dem.
Ho visto un sondaggio ancora riservato: l’83% degli elettori del centrosinistra non si scandalizzerebbe di Verdini come alleato.
Da Il Fatto Quotidiano del 24 ottobre 2015