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Crisi economica: la ripresa non sarà per tutti

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Nelle redazioni spesso arrivano storie, email o lettere, alcune sono notizie, pochissime finiscono su carta, per mancanza di elementi verificabili o interesse. Qui al Fatto è arrivata la storia di Claudio, 55 anni, edicolante di Modena. Non è una notizia, ma vale la pena di raccontarla, ci aiuta a capire cosa c’è dietro le statistiche e qual è il prezzo di una stagnazione che dura da sette anni.

Ecco la storia di Claudio: “Da 20 anni gestisco con un socio un’edicola nel centro di Modena. Negli ultimi 2 anni e mezzo il guadagno da questa attività è stato di 21.500 euro. Per lo stesso periodo ho dovuto: 2.500 euro di Irpef, 6.700 euro di Inps, 2.500 di Imu/Tasi, 5.300 per Tari, luce, gas, acqua e spese condominiali, per un totale di 17.050 euro. Ne risulta che negli ultimi due anni e mezzo mi sono avanzati per vivere 4.450 euro, pari a 1.780 euro all’anno, 48,33 euro al mese, 4,88 euro al giorno.

Con questa cifra si deve mangiare, lavarsi e pulire un po’ la casa. Si deve ovviamente evitare di aver bisogno di un idraulico o di un elettricista, di rompere la lavatrice o il frigorifero. È importante evitare di ammalarsi e soprattutto avere bisogno di un dentista. Chiaro che, in queste condizioni, se una persona avesse un’automobile la venderebbe, perché tanto non potrebbe mantenerla. Io sono fortunato, perché l’automobile non ce l’ho. Ho finito i soldi e quel po’ di risparmio accumulato. Per quest’anno, e francamente non so per quanti altri, io di soldi per Irpef e Inps proprio non ne ho”.

Quando si discute di ripresa, di lievi miglioramenti nel tasso di disoccupazione, di prospettive per i prossimi anni, bisogna anche ricordarsi che esistono persone come Claudio. Per le quali la ripresa forse non arriverà mai e che neppure possono ricollocarsi nel mercato del lavoro, andando nelle imprese che crescono. Nessuno ha voglia di riqualificare un edicolante di 55 anni che però è troppo giovane anche per la pensione. Quando la politica sceglie le sue priorità, si deve ricordare anche di coloro che della ripresa non vedranno alcun beneficio.

Il Fatto Quotidiano, 14 ottobre 2015

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