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Lampedusa ricorda la strage di migranti del 2013. Mattarella: “La nostra coscienza s’interroghi sul dolore dei profughi”

Alla cerimonia, sopravvissuti e parenti delle vittime tornati sull'isola per ringraziare gli abitanti. Molti di loro oggi vivono in nord-Europa dove hanno ottenuto asilo politico
Lampedusa ricorda la strage di migranti del 2013. Mattarella: “La nostra coscienza s’interroghi sul dolore dei profughi”
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Lampedusa due anni dopo. L’isola siciliana ricorda una delle più grandi stragi di migranti del Mediterraneo; a poche miglia dalle coste italiane morirono 366 persone, tra cittadini eritrei, somali e ghanesi. Il naufragio fu causato da un’incendio scoppiato su un peschereccio partito da Misurata (Libia).

Alla cerimonia di commemorazione hanno partecipato anche trenta tra sopravvissuti e parenti delle vittime, tornati apposta dal nord-Europa dove hanno chiesto e ottenuto asilo politico. Tra loro c’era anche una coppia di siriani, Abdul e Sabah, scampati dall’altro naufragio, quello del 11 ottobre, in cui hanno perso il loro figlio. I superstiti hanno voluto ringraziare tutta la comunità di Lampedusa per quello che hanno fatto per i migranti. Tutti insieme hanno marciato fino a Porta D’europa.

Prima del corteo, davanti al municipio, è stato letto un messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella indirizzato al sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini: “Gli atti di umanità compiuti in quella e in successive circostanze costituiscono un motivo di orgoglio per l’intero Paese, ma la nostra coscienza continua a sentirsi interrogata dal dolore di profughi in fuga, dalla violenza dei trafficanti di esseri umani, dal carattere epocale dei nuovi flussi migratori”.

In diversi passaggi, Mattarella ha auspicato una cambiamento nella gestione dei flussi migratori:” Speriamo si apra finalmente il capitolo di una responsabilità condivisa, di una politica lungimirante e rispettosa della dignità dell’uomo, di un contrasto efficace e comune alle mafie dei trafficanti”.

 

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