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Vino Sauvignon, aroma contraffatto in Friuli. Perquisite 17 aziende, due indagati

Ramon Persello, consulente bioclimatico, ha creato una sostanza di cui si sarebbero servite diverse aziende, violando il regolamento di produzione doc. Inchiesta è coordinata dalla procura di Udine
Vino Sauvignon, aroma contraffatto in Friuli. Perquisite 17 aziende, due indagati
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Ha inventato una sostanza per rendere il Sauvignon ancora più profumato, ancora più buono. Ma dalle aziende che si sono rifornite da lui si sono presentati ieri, 10 settembre, i Carabinieri del Nas di Udine: l’esaltatore di aromi, infatti, non è previsto dal disciplinare di produzione di vini Doc. E adesso la procura di Udine ipotizza il reato è frode nell’esercizio del commercio e la vendita di sostanze alimentari non genuine per 17 aziende produttrici.

Come riporta il Messaggero Veneto l’uomo, che è indagato insieme alla moglie, è Ramon Persello, 39enne di Attimis, in provincia di Udine, consulente bioclimatico tra i più noti in Friuli Venezia Giulia e, soprattutto, genio della chimica. Quindici delle 17 aziende coinvolte sono friulane, mentre solo due hanno base in altre regioni.

L’indagine ha preso il via dopo la segnalazione di alcuni produttori che seguivano fedelmente le discipline di produzione, ma si erano accorti che alcuni competitors esaltavano gli aromi del vino in maniera irregolare. Le perquisizioni, eseguite per ordine del pm titolare dell’indagine Marco Panzeri, sono state effettuate nei confronti dei produttori che, secondo gli elementi al vaglio della Procura di Udine, avrebbero utilizzato l’esaltatore per produrre il Sauvignon e un altro bianco dei Colli friulani, nonostante il disciplinare preveda l’impiego solo di uva e mosto. Sono stati prelevati campioni di vino che dovranno essere analizzati per cercare ulteriori elementi probatori di contatti tra le aziende e Persello.

L’esaltatore “non è dannoso. Rende l’aroma ancora più piacevole, ma è un aroma ottenuto con un sistema illegale”, ha detto il procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo, che ha parlato anche del Friuli Doc, la manifestazione enogastronomica che ha aperto proprio ieri: “Avremmo preferito aspettare la fine della manifestazione, come era accaduto nel caso dell’indagine sul prosciutto di San Daniele – ha spiegato – ma c’era il rischio concretissimo di una fuga di notizie. Se fosse trapelato qualcosa avremmo vanificato la perquisizione. Per questo abbiamo dovuto agire oggi”.

Il numero delle aziende perquisite non è basso, “ma il numero di imprese agricole che aderiscono ai disciplinari dei colli orientali è di gran lunga più ampio – ha concluso il Procuratore – L’indagine è fatta a tutela proprio per le imprese che hanno lavorato onestamente e che devono trovarsi premiate dal mercato”.

Debora Serracchiani, presidente della Regione, all’inaugurazione di Friuli Doc ha detto: “Sono sempre preoccupata quando, per qualcuno che non si comporta bene, si mette a rischio l’agroalimentare di qualità del Friuli e del Paese. E’ un colpo al lavoro fatto da tanti viticoltori onesti, dalla Regione e dai tanti che credono nel loro mestiere e lo fanno con passione, ed è soprattutto un colpo a un Paese che con fatica sta tornando a crescere, come dicono i dati di oggi dell’Inps“.

 

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