Da due anni frequento l’università estiva della sinistra europea, l’organizzazione politica a cui fa riferimento Syriza, la quale costituisce l’ossatura del gruppo Gue/Ngl al Parlamento europeo, al quale aderiscono gli spagnoli di Podemos, i baschi di Bildu, gli irlandesi dello Sinn Fein e molti altri. Da qualche anno, con l’associazione Comuna, abbiamo rapporti sempre più stretti con Transform!, l’organizzazione di raccordo di tutte le fondazioni ed istituti culturali che ruotano intorno alle organizzazioni del Gue.

Credo sia profondamente sbagliato, per le organizzazioni della cosiddetta sinistra, per i sovranisti e gli indipendentisti sardi, non discutere di Europa. Credo sia sbagliato che vi siano organizzazioni sarde che ancora pensano che sia corretto aderire all’Ale, un gruppo europeo che mette assieme alcune organizzazioni indipendentiste. Le questioni economiche non possono essere disgiunte dal diritto alla sovranità di ogni popolo. La cosiddetta sinistra sarda, inoltre, mai affronta questi temi, se non per slogan. Però, in entrambi i campi, ci si è interessati a Tsipras e Syriza in questi mesi.

Tsipras ha sbagliato, e Syriza se ne è accorta. La maggioranza dei componenti del Comitato Centrale di Syriza si è espressa contro l’accordo ed ha chiesto di rifiutarlo. In Parlamento un terzo dei deputati di Syriza ha votato contro l’accordo. Tsipras non aveva un piano B, ed è rimasto in un angolo. Aveva ragione Varoufakis.

Sono convinto che, oggi, si debba prendere il potere e rovesciare il tavolo in Europa. Bisogna cioè chiedere le modifiche dei trattati e della politica monetaria europea. Ma subito bisogna essere pronti con un piano B, di abbandono concordato dell’euro, se necessario.

Dobbiamo avere una idea chiara delle condizioni di chi sta dalla parte dei popoli e dei lavoratori in Europa. A parte Grecia e Spagna, stiamo arretrando. Sull’Europa centrale ed orientale ho scritto da poco. Lasciare diversi stati europei a se stessi, senza la cornice Ue, può far arretrare le nostre idee, non farle avanzare.

Allo stesso modo, non si può considerare la Russia un avamposto avanzato. In alcuni casi essa controbilancia gli Usa e la Nato, da cui è oggettivamente posta sotto attacco, ma non dimentichiamo che finanzia movimenti di estrema destra in europea centrale ed orientale, nonché la Lega Nord in Italia e le Front National in Francia.

Syriza è un partito plurale e libero, e questo ci dovrebbe insegnare molto. Un’altra colonna della Sinistra Europea è la Die Linke tedesca, dove il dibattito sull’euro è aperto da mesi, la quale ha preso una posizione nettamente contraria all’accordo raggiunto da Tsipras. In Izquierda Unida, ugualmente, è da mesi aperto un profondo dibattito sull’euro. Posso testimoniare che il tema ha attraversato tutta l’Università estiva di Litomerice.

Ciò che è successo in questi giorni, e ciò che succederà nelle prossime settimane, impone una profonda revisione delle nostre posizioni collettive. Dobbiamo essere pronti a tutto.

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