Sono in sei: Antonio, Giorgio, Andrea, Enrico, Maurizio, Aldo, con un’età variabile tra i 23 e i 55 anni, un’anzianità di servizio da 1 a 10 anni. Pescatori riuniti nella Cooperativa di Camogli, che opera nella più piccola tonnara italiana, la Tonnarella che risale ad almeno 300 anni fa. Un tempo tutte le famiglie di questa cittadina avevano la barca e pescare era un po’ come coltivare la vigna a Ziano Piacentino, oggi sono rimasti solo loro e altri tre ragazzi. Ogni giorno escono dalle 4 di mattina alle 11, per tornare nel pomeriggio dopo due ore di riposo. A bordo di un gozzetto (Andrea II) guidati da Maurizio (42 anni) il capobarca.

Li incontro tutte le mattine alle 6 al bar Bricco, in pausa caffè, almeno due brioche, un pezzetto di focaccia e poi ancora in mare. E’ un lavoro non come un altro. Ne parlano con indifferenza, ma sotto c’è passione, non è solo un modo per portare a casa uno stipendio. Un lavoro stagionale, per il resto dell’anno si cerca qualcos’altro. Giorgio in inverno fa il tassista a Bucarest, dove è nato. L’annata sembra buona, maggio e giugno sono stati soddisfacenti. “Non c’è una media, certi giorni si può fare un etto e certi alcuni quintali”. Pericoli? “Cadere vestiti in mare di notte, con gli stivali e le incerate, vai a fondo in pochi secondi. La tua assicurazione sono questi cinque – dice Aldol’anziano del gruppo.”

Squalo-pescato-camogli

 

Portano avanti una tradizione, tutto è fatto a mano, dalle reti, alla verniciatura della barca, tecnologia poca. Girano attorno al monte di Portofino dove ogni tanto incappano in qualche squalo volpe (in questi giorni, come ogni estate, si racconta di un grosso squalo bianco). Il pesce più richiesto è la ricciola, ma ci sono tanti pesci cavalla, sugarelli, orate, boghe, palamiti. I tonni stanno tornando, ne è consentito uno all’anno per imbarcazione, sono contingentati. Anche pesci spada, una volta due Marlyn (il maschio ha seguito il destino della femmina, come nella canzone di Modugno). Il cambiamento climatico ha portato in queste acque le lamprughe o pesci pappagallo, dice Andrea, che vengono da mari più caldi, i primi a sparire invece sono stati gli agoni, aggiunge Luigi, che la mattina va pesca con Lilli, la sua cagnetta.

Leggende, superstizioni? “Non portare mai un prete in barca”. Qualcuno esce ancora di notte con la lampara, ma è quasi un hobby. Polaroid un po’ ingiallita, da un tempo che è.

Articolo Precedente

Dynamo Camp, l’isola felice per la terapia ricreativa dei piccoli pazienti

next
Articolo Successivo

Dieta emotiva: nutrire la nostra salute psichica è possibile

next