Multe per un totale di 420mila euro. A tanto ammontano le sanzioni amministrative proposte dalla Consob a carico dei 16 ex vertici di Banca Marche, commissariata quasi due anni fa dalla Banca d’Italia. L’accusa è quella di carenze informative nel prospetto dell’aumento di capitale 2012 che portò all’emissione di circa 212 milioni di nuove azioni, per un controvalore complessivo di 180 milioni di euro.

Sessantamila euro di sanzioni amministrative sono a carico dell’ex direttore generale dell’istituto di credito Massimo Bianconi e dell’ex presidente Michele Ambrosini, 30mila per l’ex vicepresidente Lauro Costa e per l’ex presidente del collegio sindacale Piero Valentini, 20mila per l’ex vice presidente Tonino Perini, gli ex consiglieri Giuliano Bianchi, Massimo Cremona, Bruno Brusciotti, Pio Bussolotto, Eliseo Di Luca, Germano Ercoli, Walter Darini, Marcello Gennari e Mario Volpini e gli ex sindaci Franco D’Angelo e Marco Pierluca. Entro luglio sono attese le controdeduzioni degli interessati.

Il procedimento sanzionatorio è stato avviato lo scorso anno e contesta la violazione dell’articolo 94 comma 2 del Tuf in relazione alla “mancata rappresentazione, nel prospetto di offerta approvato dalla Consob il 3 febbraio 1012, delle valutazioni negative sulla situazione economico patrimoniale e sull’assetto di governo societario espresse da Bankitalia in una lettera trasmessa all’Emittente in data 9 gennaio 2012”. Cioè la lettera in cui il governatore Ignazio Visco aveva espressamente parlato di “scadimento della qualità del portafoglio”, “rilevante esposizione ai rischi creditizi e finanziaria” e “elementi di crescente criticità negli assetti di governance”, e nel quale si esortava il consiglio a sostituire Bianconi con un management adatto a risolvere i problemi aziendali. La lettera fu discussa l’11 gennaio in consiglio di amministrazione e ai presenti viene contestato di averne nascosto i contenuti all’authority di vigilanza sulla Borsa, che il giorno prima aveva chiesto informazioni supplementari sull’esito delle ispezioni degli ultimi anni.

Secondo quanto emerge dal dossier, la Consob ha addebitato a Bianconi e Ambrosini una violazione “a titolo di dolo” per il “ruolo propulsivo” svolto nella predisposizione dell’aumento di capitale in cui hanno omesso “scientemente” di riportare le criticità evidenziate dalla Banca d’Italia. Informazioni che, se fossero state date, avrebbero consentito a tutti gli investitori di “pervenire a un fondato giudizio sulla situazione patrimoniale e finanziaria, sui risultati economici e sulle prospettive dell’emittente”.

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