mmjConquistano la ribalta, o almeno, si fanno conoscere anche qui in Italia,  in occasione del tour dei Pearl Jam nell’anno 2006, quando la band guidata da Eddie Vedder sceglie i My Morning Jacket, gruppo folk-rock proveniente dal Kentucky, per aprire i loro concerti. Sta di fatto che da perfetti sconosciuti – nonostante all’epoca avessero già pubblicato quattro album – anche grazie a quell’esperienza, i MMJ diventano una delle band di punta del genere che va sotto il nome “Cosmic American Music”, alla cui nascita contribuirono artisti sconosciuti, le cui carriere terminavano prim’ancora che si asciugasse l’inchiostro sui loro contratti. E nel quale, fra quelle odierne, possono essere ascritte band come Band of Horses, Midlake, Mumford & Sons (nonostante siano inglesi, ma sempre a quella fonte s’abbeverano), Avett Brothers e i Fleet Foxes solo per citarne alcune. Tutte caratterizzate dal loro sguardo rivolto al passato, ma con un’urgenza tutta contemporanea.

Guidati dal talentuoso Jim James, frontman introverso, anti-star, con il vezzo di nascondersi il volto sotto la folta chioma arruffata e dalla voce angelica, ma pressoché identica a quella di Robin Pecknold dei Fleet Foxes, i MMJ a quattro anni di distanza da Circuital hanno da poco rilasciato il loro settimo disco intitolato The Waterfall, degno erede del precedente che molta fortuna portò al gruppo.

Registrato in uno studio con vista mozzafiato sull’Oceano Pacifico, a detta di Jim James, “è il posto che più di tutti ha influenzato il nostro lavoro, sia dal punto di vista musicale che spirituale”. Ogni disco che abbiamo prodotto porta con sé lo spirito di dove lo abbiamo registrato – spiega poi il cantante parlando della copertina psichedelica di The Waterfall –. La spiaggia di Stinson era così psichedelica che è stata messa a fuoco alla perfezione su quella cover”.

E la cascata suona come la storia e le decadi che si rincorrono, e che si scontrano negli echi rock d’annata, ridondanti. I MMJ però sanno rinnovarsi. Convogliano performance passionali con una scrittura e produzioni d’alto livello. Creano ottime melodie, su tutte in questo nuovo album, quella d’apertura, Believe e Big Decision. Buono il risultato nel complesso  nonostante James e compagni siano in evidente debito con diverse formazioni storiche.  The Band, Grateful Dead, Lynyrd Skynyrd su tutte. Vive Le rOCk!

Articolo Precedente

Management del Dolore Post Operatorio, ecco “I love you”: “L’arte deve per forza di cose essere immorale, se vuole essere originale”

next
Articolo Successivo

Alessio Bertallot, la musica di qualità passa da “casa sua”: “Uso una piattaforma streaming. Il modello della radio in fm? E’ vecchio”

next