Qualcosa bolle in pentola a giudicare da come vanno gli ascolti dei talk show politici. Il sospetto ci viene osservando il subitaneo cambio di comportamento degli spettatori delle due coppie fisse: quella del lunedì, Del Debbio e Formigli, e l’altra del martedì, Giannini e Floris.

Fermandoci alla fascia oraria più competitiva, quella che va dalle 21.30 alle 22.30. E’ evidente l’ aumento della platea complessiva. Al lunedì arriva a superare l’11,3% e il giorno successivo si arrampica addirittura al 12,6%. Risultati che le edizioni un tempo solitarie di Ballarò e dello stesso Santoro non avrebbero affatto disprezzato. C’è stato dunque un ritorno di attenzione, salvo che i protagonisti attuali devono comunque dividersi la torta degli adepti al talk, che altri si accaparravano in solitudine.

Detto questo è interessante osservare che al lunedì l’aumento del pubblico va tutto a favore del bonariamente truce Del Debbio, che svetta all’8%, il suo record di sempre, rispetto al cerebrale Formigli che mantiene a fatica il suo 4%. I temi erano simili, per entrambi: immigrati, pensionati, scuola. E dunque, se tanto ci da tanto, le scelte del pubblico del lunedì fanno percepire un allungo della politica delle felpe (una per ogni piega incazzata della società) interpretata innanzitutto da Salvini (anche se l’altra sera l’ospite d’onore era Giorgia Meloni).

Sempre al lunedì, a fare più la differenza, fra le regioni interessate dalla campagna elettorale, è proprio la roccaforte delle felpe, il Veneto, che porta Del Debbio alla sommità dell’11,6%, ma, sia pure a livelli più contenuti, anche la Puglia con le Marche. Placide e chete, anzi perfino un po’ distaccate, se ne stanno invece Liguria, Toscana, Umbria e Campania.

Il giorno successivo ( serata considerata a priori “di sinistra” e dunque con meno felpe attorno ai telecomandi), il Floris di La7 mostra un notevole aumento rispetto alla settimana precedente (e arriva al 7%) mentre il concorrente Ballarò rimane sulle sue (5,3%). E siccome se si concentra lo sguardo sulle sette regioni chiamate a votare, entrambi guadagnano, ne deduciamo che nelle altre 14 Floris è più forte vantaggio (sicché Cairo può davvero cominciare a fregarsi le mani per avere azzeccato la mossa). Ed è evidente che un pubblico extra, mobilitato proprio dalle prospettive elettorali e non da sedimentate fidelizzazioni, è accorso su Ballarò e Dimartedì cercandovi risposte a curiosità momentanee. A spingere gli ascolti d’occasione è il Veneto, insieme con Umbria, Puglia e Campania. Mentre Liguria, Marche e Toscana si fanno coinvolgere assai meno.

Comunque, di comportamenti dinamici ce n’è abbastanza da farci venire il dubbio (appena accennato, per carità!) che qualcosa nella pentola a bollire possa esserci. Lo capiremo a scrutini avvenuti. Come sempre col senno del poi.

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