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Eclissi di Sole 20 marzo, occasione per studiare i campi magnetici solari

Dallo spazio doppio spettacolo: mini satelliti osserveranno la Terra a caccia dell'ombra della Luna. "Le eclissi sono destinate a sparire" dice il fisico solare Mauro Messerotti, dell’Osservatorio Astronomico di Trieste dell’Istituto Nazionale di Astrofisica
Eclissi di Sole 20 marzo, occasione per studiare i campi magnetici solari
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La tanto attesa eclissi di Sole di venerdì 20 marzo prossimo farà volgere al cielo gli sguardi dei cittadini di tutta Europa. Nel giorno dell’equinozio di primavera, l’oscuramento sarà totale per gli osservatori del nord Europa, alle Isole Svalbard e Faroer, in Norvegia e in Islanda. In Italia, invece, sarà solo parziale e raggiungerà al massimo il 62% di copertura alle ore 10:30 (a Roma).

Sarà un’occasione per studiare il motore che fa brillare la nostra stella e ottenere nuove importanti informazioni sui campi magnetici solari. Durante il fenomeno si potrà immortalare l’ombra che la Luna proietterà sulla Terra e scrutare la parte più esterna dell’atmosfera del Sole. Oggetto delle osservazioni sarà infatti la corona solare: l’eclissi “accadrà in un momento di massima attività del Sole, durante la quale la corona avrà delle strutture simmetriche su tutta la sua circonferenza, come i pennacchi, che sono getti di plasma che si estendono nello spazio fino a 30 volte il raggio del Sole”, osserva il fisico solare Mauro Messerotti, dell’Osservatorio Astronomico di Trieste dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. I pennacchi, prosegue, durante i periodi di minima attività solare si concentrano nella zona equatoriale. Studiare queste strutture darà informazioni importanti sui campi magnetici solari e quindi sul motore della nostra stella. Le eclissi, aggiunge Messerotti, permettono anche di testare strumenti come i coronografi con i quali ottenere eclissi artificiali per studiare la corona.

Il fenomeno offrirà dallo spazio un doppio spettacolo: quando la Luna si intrometterà parzialmente nel disco solare ‘allungherà’  anche la sua ombra sul nostro pianeta. E una flotta di minisatelliti guarderà la Terra a caccia dell’ombra della Luna. In prima fila ci sarà il mini-osservatorio solare dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), il satellite Proba 2 (più piccolo di un metro cubo), che dalla sua orbita a 820 chilometri dalla Terra vedrà un’eclissi quasi totale per qualche decina di secondi. Nel frattempo, gli altri membri della famiglia dei minisatelliti Proba guarderanno verso la Terra per catturare l’ombra lunare. Tutta la famiglia di mini-satelliti è stata portata in orbita dal lanciatore europeo Vega, costruito in Italia dalla Avio.

Il fenomeno avrà inizio intorno alle 9.20 e si concluderà verso le 11.30. Lucie Green, della Society for Popular Astronomy, ha diffuso delle buone pratiche per assicurarsi di ammirare lo spettacolo in tutta sicurezza. Si raccomanda l’uso di occhiali schermati, quelli da saldatore o, nel caso non fosse possibile recuperarli, si consiglia di guardare la proiezione del sole indirettamente, su dei fogli di carta. La Green propone anche un passatempo ludico da sperimentare durante l’eclissi: prendete uno scolapasta, mettetelo in direzione del sole. Verranno proiettati disegni e giochi di luce affascinanti.

Quella di venerdì sarà la nona eclisse totale del ventunesimo secolo e complessivamente l’undicesimo passaggio dell’ombra della Luna sulla Terra del secolo. In 200 anni, dal 1900 al 2100, non si è mai verificato che l’eclissi coincidesse con l’equinozio di primavera. L’ultima eclissi solare totale visibile in Europa fu quella dell’11 agosto 1999 e per aver di nuovo l’occasione di osservare questo fenomeno dovremo aspettare il 2027. Secondo Masserotti, inoltre, le eclissi sono destinate a sparire perché “la Terra, per gli effetti della sua forza di gravità, sta allontanando la Luna di tre centimetri all’anno fino a quando la perderemo”. Per questo, fra 200.000 anni non ci saranno più eclissi totali ma solo anulari, perché il nostro satellite naturale sarà più lontano e coprirà solo la parte centrale del Sole, e fra un miliardo di anni non ce ne saranno più perché avremo perso la Luna.

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