Berlusconi pensa al rientro in politica? Quello che i singoli decidono sono sempre decisioni personali, ma che si calano in contesti sociali, politici, lavorativi con cui bisogna fare i conti. Non bastano le decisioni personali”. A avere dubbi sul ritorno dell’ex presidente del Consiglio dopo l’assoluzione nel processo Ruby sono di nuovo i vescovi. In particolare il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, che non parla precisamente della sentenza della Cassazione. Ieri, 12 marzo, era stato però il segretario della Conferenza episcopale, Nunzio Galantino, a sottolineare come “la legge è una cosa, il discorso morale è un altro”. Stesso concetto era stato espresso dal direttore del quotidiano dei vescovi, Avvenire, Marco Tarquinio.

Bagnasco ha parlato anche di matrimoni omosessuali, dopo il voto del Parlamento europeo in materia. Secondo il presidente della Cei dopo le nozze gay, il prossimo passo è quello delle adozioni per queste coppie. “Un conto sono i diritti individuali dei singoli tutelati dal codice civile e un altro è creare nuovi soggetti di diritto, un novum, che va di fatto ad equipararsi alla famiglia basata sul matrimonio tra uomo e donna”. Una volta legittimate le nozze gay, secondo il porporato “non sarà possibile negare loro gli stessi diritti delle coppie fondate sul matrimonio, come l’adozione dei bambini”. “Non è possibile ritenere o affermare che queste nuove formazioni non abbiano gli stessi diritti delle famiglie fondate sul matrimonio, come ad esempio l’adozione di bambini, perché di fatto vediamo negli altri Paesi europei che, una volta stabilito il principio della coppia in quanto coppia, immediatamente la magistratura europea come anche quelle nazionali riconoscono, intravedono delle discriminazioni e quindi impongono l’assoluta uguaglianza al matrimonio, alla famiglia. E’ inutile illudersi“, ha detto Bagnasco, a margine di una visita allo stabilimento Ilva di Cornigliano in vista della Pasqua e dove ha celebrato la messa. “Ciò avrà ricadute educative nelle classi a cominciare dalle scuole materne perché già i testi che circolano impongono di rappresentare in bambini anche in tenerissima età diverse possibilità di relazione, di rapporto, di famiglie e anche di sessualità”.

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