La vendita di droga, la prostituzione, il gioco clandestino, il contrabbando, la contraffazione e l’usura, sommati all’economia informale, valgono in Italia tra i 250 e i 290 miliardi di euro l’anno. A dirlo, rivedendo al rialzo i calcoli dell’Istat, è uno studio presentato nella sede della Cgil e realizzato dall’associazione Bruno Trentin insieme all’istituto di ricerca Techne e al Centro Europa ricerche. In base al rapporto l’economia illegale (dalla droga al gioco illegale) viaggia sui 70-80 miliardi, di cui circa 20 legati all’usura e almeno 21 agli stupefacenti. Il valore della cosiddetta economia informale, cioè i beni e servizi legali ma prodotti e scambiati per esempio in ambito familiare e di conseguenza non contabilizzati, si aggira invece sui 20-25 miliardi. Ammonta infine a 160-185 miliardi il sommerso, ovvero l’enorme settore “grigio” che sfugge al fisco. E in cui lavorano in modo irregolare tra i 3 e i 3,8 milioni di persone.
Quanto ai settori coinvolti, la quota prevalente è nei servizi (120-135 miliardi), seguiti da industria e costruzioni (58-70 miliardi) e, a distanza, dall’agricoltura (2-5 miliardi). La suddivisione per aree geografiche vede in testa il nord (70-80 miliardi), seguito dal mezzogiorno (65-75 miliardi). Ultimo il centro, con 45-55 miliardi di giro d’affari non osservato. Lo studio mette anche a confronto anche la spesa media mensile di una famiglia di quattro persone per cibo, vestiti, casa, cure, mobilità, istruzione e divertimento nel circuito ufficiale e in quello del sommerso: nel primo caso l’esborso raggiunge i 2.845 euro, nel secondo si ferma a 1.735 euro al mese. Un risparmio del 39%, ma a caro prezzo per le casse dell’erario.
Secondo l’analisi, dalla lotta all’evasione si potrebbero recuperare subito 14 miliardi semplicemente rendendo più efficienti le norme attuali e implementando le misure di contrasto già esistenti. Quattordici miliardi di gettito aggiuntivo da destinare, auspica il sindacato, all’estensione del bonus di 80 euro a pensionati e incapienti e agli investimenti, con l’obiettivo di creare 150mila posti di lavoro in più in quattro anni.
“Se si vuole contrastare il fenomeno (dell’evasione, ndr), bisogna evitare strumenti che riproducano la logica dei condoni” e quindi “non si può ragionare per soglie”, ha commentato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, facendo riferimento alla contestata soglia del 3% e al falso in bilancio. “Se vuoi fare un’operazione seria, non puoi ammettere che sia legittimo” e “avere soglie entro le quali è punibile oppure no”. Il lavoro grigio e il lavoro nero, ha rimarcato poi Camusso, “sono una condizione di estorsione nei confronti di chi ha bisogno”. E sempre in tema di occupazione, il numero uno della Cgil non ha risparmiato un altro attacco all’azione del governo: “Siamo in un momento in cui tutti ci stanno raccontando le straordinarie meraviglie della ripresa, è una gara a chi è più ottimista, ma se il metro di misura è l’occupazione noi siamo tutt’altro che di fronte a segnali di ripresa”.
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