Roberto Saviano ha ragione, ma anche torto. Quando alla vigilia delle primarie Pd in Campania ha detto: “Domani non andate a votare”, ha usato parole condivisibili contro un sistema che ha lasciato in campo Vincenzo De Luca e Andrea Cozzolino, personaggi legati alla storia di una Regione massacrata dalla peggiore politica. E dice il vero quando coinvolge in questo fallimento anche Matteo Renzi, che non ha combattuto quei poteri palesi e occulti responsabili della catastrofe infinita del Sud e che, anzi, ha fatto accomodare sul suo carro senza problemi.
Ma lo scrittore sbaglia quando con il suo appello, di fatto, cerca di impedire l’esercizio democratico del voto. E non solo perché è stato smentito dai 150 mila cittadini che domenica hanno fatto la fila ai gazebo, un numero alto nel momento in cui la popolarità della politica è ai minimi storici. Anche di fronte, infatti, a un sistema delle primarie esposte a inquinamenti di ogni genere e che andrebbero regolamentate per legge, l’idea che qualcuno possa dire “non andate a votare” suona malissimo.
Oltre a contraddire , in linea di principio, il precetto costituzionale (art. 48) del voto come “dovere civico”, l’intervento tipo “spirito guida” sancisce una sorta di irresponsabilità degli elettori Pd ritenuti incapaci di ragionare con la propria testa. Dei libri di Saviano e della sua lotta costante contro le mafie di ogni genere abbiamo un gran bisogno. Il guru ci convince di meno.
Stoccata e Fuga – Il Fatto Quotidiano, 3 marzo 2015