Un museo a cielo aperto aperto per pochi giorni e poi richiuso per sempre. A Bologna i cantieri di via Rizzoli e via Ugo Bassi ai piedi delle Due Torri per il passaggio del Crealis (un grosso autobus che sostituirà il famigerato Civis) stanno portando alla luce un tesoro che ha lasciato a bocca aperta tutti. I lavori stradali hanno permesso infatti di ritrovare resti archeologici che vanno dall’epoca romana sino all’Ottocento, ma che nel giro di poco tempo, dopo essere stati studiati, saranno subito ricoperti. Così mentre i commercianti e i cittadini si lamentano per il centro storico bloccato, i passanti hanno affollato le transenne dei cantieri per vedere cosa è riaffiorato sotto i sanpietrini.
Gli scavi sono iniziati il 2 febbraio e già a due metri sotto l’attuale livello stradale, gli operai si sono trovati di fronte i basamenti delle case di età medievale e moderna, rase al suolo un secolo fa (insieme ad alcune torri medievali) proprio per fare spazio alla attuale via Rizzoli. Sono tracce di un intero quartiere, quello del Mercato di mezzo, che ha fatto la stessa fine, con qualche decennio di anticipo, di Borgo Pio a Roma, distrutto durante il fascismo per fare spazio a via della Conciliazione. Ma la scoperta più interessante è stata quella di un pezzo della parte orientale delle cosiddette Mura di selenite. Si tratta di una serie di blocchi di questo particolare tipo di gesso, usati inizialmente nei templi romani della antica Bononia, che nel quarto secolo dopo Cristo furono ‘riciclati’ per costruire una cinta per difendersi dalle invasioni barbariche.
Già un altro tratto (quello settentrionale) di quelle mura è visibile in via Manzoni, ma è la prima volta che si trova un tratto di quelle orientali che furono posizionate dove secoli dopo sarebbero sorte le due torri. Davanti scorreva un fiume, ovvero la prima barriera per gli invasori. “Il fiume Aposa oggi scorre sottoterra e si può anche navigare. Ma allora, quando le mura furono costruite, il sistema difensivo era composto prima dal fiume e poi subito dopo dalla cinta muraria”, spiega Aldo Folli, responsabile dello scavo per la società Phoenix archeologia. A coordinare gli scavi c’è la Sovrintendenza archeologica per l’Emilia Romagna. “Sono ritrovamenti che in qualche modo ci aspettavamo – spiega l’archeologa Renata Curina, che per la Sovrintendenza sta coordinando i lavori – Già dal 2000 assieme al Comune e alla società Tper (l’azienda pubblica dei trasporti) è stato deciso che nei lavori stradali ci sarebbe stato sempre un archeologo”.
Altrettanto attesi sono eventuali ritrovamenti sia dall’altro lato di via Rizzoli, sia soprattutto in via Ugo Bassi, dove gli scavi stanno per cominciare. Sarà difficile anche in questo caso non imbattersi in nuove scoperte. Proprio sotto via Ugo Bassi (come sotto via Rizzoli) passava infatti l’antica via Aemilia ai bordi della quale si era sviluppata la Bononia romana.“Non sappiamo cosa troveremo in via Ugo Bassi. Abbiamo messo in conto di potere ritrovare anche il tratto occidentale delle mura di selenite” – spiega a ilfattoquotidiano.it Renata Curina.
Eppure lo spettacolo durerà poco. Nel tratto già scavato in via Rizzoli nel giro di pochi giorni tutto sarà ricoperto dalla nuova pavimentazione stradale dopo essere stato studiato, fotografato e catalogato. Così sarà via via per le altre zone. “Questi ritrovamenti ci servono per capire come si è sviluppata la città. Sono stati inseriti nella cartografia”, spiega la dottoressa Curina. Portare tutto in un museo, secondo gli archeologi li renderebbe probabilmente degli anonimi pezzi di pietra. “Non avrebbe senso spostarli. Li manterremo nella loro posizione originaria e li ricopriremo con particolari materiali di protezione e sabbia”.