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Isis, Londra: “Entrate in Siria le tre adolescenti inglesi scomparse”

Le tre, le 15enni Shamima Begum e Amira Abase e la 16enne Kadiza Sultana, tutte allieve della Bethnal Green Academy, nella zona est della capitale inglese, sono arrivate in Turchia e sarebbero state fatte passare in territorio siriano nei pressi del valico di Kilis: secondo le autorità britanniche avrebbero intenzione di unirsi allo Stato Islamico
Isis, Londra: “Entrate in Siria le tre adolescenti inglesi scomparse”
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Erano scomparse da casa e partite martedì scorso dall’aeroporto di Gatwick su un volo diretto in Turchia. Ora le le tre adolescenti londinesi cui Scotland Yard sta dando la caccia sarebbero entrate in Siria. Lo riferisce la polizia britannica. Le tre, le 15enni Shamima Begum e Amira Abase e la 16enne Kadiza Sultana, tutte allieve della Bethnal Green Academy, nella zona est di Londra, sarebbero state fatte passare in Siria nei pressi del valico di Kilis e secondo le autorità britanniche avrebbero intenzione di unirsi allo Stato Islamico. Per la Metropolitan Police ci sono ora “motivi per credere che non si trovino più in Turchia e siano entrate in Siria”. Le stesse fonti assicurano che il caso continua ad essere oggetto di indagini in stretta collaborazione con le autorità turche.

Shamima Begum, 15 anni, Kadiza Sultana, 16 e un’altra loro amica 15enne, britanniche di origine bengalese e di religione musulmana, sono state viste l’ultima volta, con i bagagli e ben vestite, martedì 17 febbraio all’aeroporto londinese di Gatwick da dove sono salite su volo della Turkish Airlines diretto a Istanbul. Si teme che volessero raggiungere un’altra studentessa della loro scuola che a dicembre era partita per unirsi all’Isis in Siria. Non solo, domenica Shamima ha postato un tweet sull’account di una certa Umm Layth, il nome usato online dalla 20enne Aqsa Mahmood partita da Glasgow nel novembre del 2013 per raggiungere i jihadisti. Circostanze che confermerebbero l’idea che anche le tre amiche di Londra siano state ‘indottrinatè attraverso i social network.

Il metodo, secondo gli esperti, è sempre lo stesso: prima il contatto su Facebook, poi l’invio di un video con immagini di bambini morti nei luoghi in cui si combatte, l’accusa all’Occidente e poi la proposta di fuga. In alcuni casi, alle adolescenti viene anche offerta una notevole quantità di denaro, attraverso le cellule locali dei jihadisti. Alla famiglie e agli amici, che stanno vivendo ore di profonda angoscia, le tre ragazze non hanno lasciato nessun messaggio ma solo raccontato che avrebbero trascorso la giornata fuori, approfittando delle vacanze di metà semestre.

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