“Il caso Soria? Non sapevo neppure che esistesse. Ma i premi letterari sono una cosa abitualmente indecente, un dare e avere tra politica, gruppi editoriali, intellettuali di pronto utilizzo“. E’ il commento di Giampiero Mughini sullo scandalo scatenato da Giuliano Soria sui pagamenti in nero a politici piemontesi, giornalisti e attori di primo piano. “Anche il premio Grinzane Cavour era così” – continua lo scrittore – “correvano soldi a tempesta, tutti applaudivano, tutti erano contenti, ma non ricordo un solo articolo critico. Tutti erano tutti contenti, tutti a nota spese. E questa è l’Italia”. E aggiunge: “Tutti sono innocenti fino a prova contraria. Le parole di Soria non sono una sentenza della Corte di Cassazione. Ma l’argomento è saporito per via della combutta, non dico ‘mafiosa’ perché è eccessivo, tra certi intellettuali, certi signori che maneggiano il denaro pubblico, certi politici che fanno promozione del proprio ambiente. Sarebbe interessante vedere se questo fiume di denaro in nero c’è stato”. Mughini poi puntualizza: “In 30 anni mi è capitato tre volte che mi abbiano offerto del denaro in nero. E badate bene: io non ho mai chiesto un pagamento in nero nella mia vita” di Gianfo Franchi

Articolo Precedente

Epatite C: il farmaco che salva la vita c’è, i soldi no

next
Articolo Successivo

Caso Siae: l’autosospensione di Gino Paoli non è la soluzione

next