Assomigliano alle nature morte di Caravaggio le fotografie del maestro degli scatti enogastronomici, Renato Marcialis. L’omaggio non è solo all’artista del Cinquecento ma anche all’esposizione universale milanese, a pochi mesi dalla sua apertura. La mostra “Luci e ombre” guarda a Expo dal cuore della città meneghina: all’Urban Center, Galleria Vittorio Emanuele, fino al 26 febbraio, dalle 9 alle 18 e a ingresso gratuito, con aperture straordinarie sabato 21 e domenica 22.

Sono esposte le dodici fotografie del Calendario Epson 2015, che Renato Marcialis ha scattato ricordando in maniera vicinissima le nature mostre di Caravaggio e creando immagini di suggestiva bellezza. I soggetti degli scatti sono frutti e ortaggi, ma anche alimenti come pane e formaggio, che si raccordano con il tema conduttore di Expo 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” che prenderà il via a maggio. Nello spazio espositivo dell’Urban Center è presente anche un pannello dedicato al progetto “Calendario Epson” che, iniziato nel 2001 è giunto quest’anno alla quindicesima edizione, rende omaggio ai grandi maestri della fotografia italiana.

La tecnica di scatto utilizzata da Marcialis prevede immagini, contrassegnate da forti chiaroscuri, con vere e proprie pennellate di luce, con un effetto finale straordinariamente simile a quello ottenuto da Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, che nel Cinquecento creava i suoi dipinti illuminando i soggetti con una fonte di luce potente ma concentrata, capace di sottolineare i volumi di quanto rappresentato fino a farli uscire improvvisamente dal buio della scena. Gli evidenti contrasti fra le luci e le ombre coniugano potenza espressiva e sensazione di apparente semplicità.

Renato Marcialis, di origini veneziane, si è specializzato in fotografia enogastronomica e ha collaborato alla realizzazione di circa cento libri, ricettari e cataloghi. Dalle sue sperimentazioni sulla luce è nato il progetto “Caravaggio in cucina“: qui le fotografie dominate da luce, ombre e chiaroscuri, ingannano piacevolmente chi le guarda per la loro sorprendente somiglianza con i dipinti a olio.

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