“E’ un diritto allo studio al contrario”. Genitori, studenti e sindacati puntano il dito contro il Pirellone: davanti a Palazzo Lombardia, l’associazione Non uno di meno ha organizzato un presidio insieme al sindacato Flc Cgil e all’Unione degli studenti. I manifestanti hanno lanciato una class action contro la regione per chiedere che il sostegno riservato agli studenti delle scuole statali con un basso reddito sia equiparato a quello degli omologhi degli istituti privati. Nell’anno scolastico 2013/14, infatti, questa misura prevedeva un supporto compreso tra 60 e 290 euro (detto “sostegno al reddito”) per gli alunni degli istituti dove non si pagava la retta, in sostanza quelli statali. Al contrario, dove era richiesta la retta, quindi nelle scuole private, gli studenti potevano beneficiare della cosiddetta “integrazione al reddito“, che oscillava tra i 400 e i 950 euro. I genitori di due ragazze di un istituto pubblico hanno fatto ricorso davanti al Tar e ottenuto che fosse loro versata la differenza tra i due importi. “Si tratta di una disparità di trattamento – si legge nella sentenza del tribunale amministrativo – che incide in modo oggettivamente pregiudizievole su coloro che frequentano la scuola pubblica, i quali, a parità di bisogno economico, possono contare su un’erogazione di danaro inferiore a quella ottenibile da coloro che frequentano una scuola paritaria con pagamento di una retta”. La Regione Lombardia ha impugnato il provvedimento davanti al Consiglio di Stato, ma i manifestanti chiedono invece che la sentenza del Tar sia applicata anche alle altre famiglie della scuola pubblica beneficiarie del sostegno economico  di Stefano De Agostini

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