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Brindisi, sponsor e patron litigano per la politica. E la squadra di volley scompare

Il New Volley, fino a poco fa seconda in B1 femminile, rinuncerà al campionato. Il motivo? Chi finanzia è capogruppo di Ncd e appoggia la giunta di centrosinistra; il presidente, invece, è un sindacalista di destra che denuncia il malgoverno cittadino. All'ennesimo litigio, il primo ha chiuso i rubinetti: "Tecnici e giocatrici si trovino un altro club"
Brindisi, sponsor e patron litigano per la politica. E la squadra di volley scompare
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Il presidente e lo sponsor litigano a causa della politica e a farne le spese è una squadra di pallavolo. E’ successo a Brindisi, dove le ragazze del New Volley, appena due settimane fa seconde in classifica nel campionato di B1, prima hanno avuto il divieto di scendere in campo e poi sono state invitate a cercarsi un’altra squadra. Perché? “Polemiche e accuse continue esterne alla pallavolo mi hanno portato a chiudere i rubinetti – ha detto il patron Toni Muccio, imprenditore del settore metalmeccanico – E non è certo un problema economico il mio. Io sostengo anche la squadra di basket di A1. Ma quello che continua a fare il presidente Ercole Saponaro nei miei confronti non lo accetto più. E’ ingratitudine”. Di solito era la crisi, invece. Gli sponsor non pagavano gli stipendi e allora via, si chiudeva. Magari dopo che le squadre si erano allenate per mesi sperando che le cose si sistemassero. E’ la triste realtà della pallavolo post crisi economica a cui si sta cercando di mettere un freno. Conegliano, Crema, Modena si sono ritirate a campionato in corso. E’ successo in serie A1 femminile appena qualche stagione fa. Treviso, Roma, Cuneo in A1 maschile non si sono più iscritte.

Stavolta però, quello che è successo ha dell’incredibile. Perché i soldi ci sono. Ma se lo sponsor è anche il capogruppo comunale di NCD (Muccio) che appoggia l’amministrazione di centrosinistra e il presidente è un sindacalista di destra (Saponaro) che denuncia il malgoverno cittadino di cui il primo fa parte, ecco che l’ennesimo litigio pubblico si è trasformato in un caso sportivo in cui c’è poco da ridere. E a farne le spese sono allenatore, staff e giocatrici che della pallavolo hanno fatto un lavoro. “Ci hanno lasciato nel caos più totale – racconta l’allenatore Dino Guadalupi – Abbiamo percepito solo due stipendi e di mezzo ci sono i sogni delle persone. E lo dico per esperienza, non sono nuovo a queste vicende. La scorsa stagione a Sala Consilina ho incassato appena tre mensilità su dieci e ho una causa in piedi con Vicenza per un anno di stipendi non pagati che dura da sette anni. Questo sistema non tutela i tesserati, virtualmente vigono le leggi sul lavoro ma non vengono applicate. E’ l’ennesimo colpo alla nostra dignità di professionisti“.

Il dibattito sul far diventare la pallavolo uno sport professionistico è quanto mai aperto, perché il volley in mano esclusiva a presidenti (o sponsor) che fanno e disfano per loro interesse non è degna di essere il secondo sport per tesserati in Italia. “Brindisi rinuncerà al campionato” ha spiegato il presidente Saponaro, che a novembre, dopo i primi dissidi, si era dimesso per lasciare spazio a Muccio. Neanche lui però ha mantenuto gli impegni presi con la squadra e ha “chiuso i rubinetti” all’ennesimo litigio. “Ne usciamo tutti con le ossa rotte” ha concluso Saponaro. Ma qualcuno, come sempre, ha pagato le conseguenze peggiori.

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