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“Peppa Pig non è a rischio”. Ma il maiale è bandito nel decalogo per libri di scuola

La casa editrice Oxford University Press giustifica la sua scelta dicendo di voler rendere i propri prodotti accessibili al maggior numero di persone possibili in tutto il mondo, senza urtare la loro sensibilità. Ma non mancano le critiche anche da parte di esponenti del mondo musulmano ed ebraico
“Peppa Pig non è a rischio”. Ma il maiale è bandito nel decalogo per libri di scuola
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Vietato inserire nei libri riferimenti al maiale e ai prodotti derivati per non urtare la sensibilità dei lettori musulmani ed ebrei che acquistano i libri della Oxford University Press e consierano l’animale come “impuro”. Il divieto, che però è solo “un’indicazione”, come precisano dalla casa editrice, ha sollevato polemiche in Gran Bretagna. Niente più immagini o disegni riferiti all’animale, niente più allusioni a salsicce o insaccati, soprattutto nei libri destinati alle scuole. Una linea di condotta, quella della prestigiosa casa britannica, che spesso viene adottata anche da altri stampatori. In questo modo, anche Peppa Pig, uno dei personaggi più amati dai lettori più giovani, potrebbe rientrare tra i contenuti “censurati”. Ma l’editore cancella ogni dubbio: “Il famoso personaggio dei cartoni non è a rischio. Sia perché il nostro non è un dictat, ma un’indicazione, sia perché non lo pubblichiamo noi”.

La nuova politica della casa editrice è stata annunciata nel corso di un programma su Bbc Radio, con l’intento, specifica la Oxford University Press, di rendere il materiale educativo accessibile al maggior numero di persone possibile, senza urtare la sensibilità delle diverse culture e religioni. “I nostri libri arrivano in circa 200 Paesi e quindi dobbiamo considerare una serie di differenze culturali e accorgimenti”, ha precisato un portavoce della casa editrice. La scelta, però, ha ricevuto numerose critiche e da molti è stata vista più come una mossa commerciale (la Oxford pubblica i propri libri in tutto il mondo, ndr), che legata alla sensibilità nei confronti dei clienti. Tra i contrari alla decisione, anche il deputato laburista musulmano Khalid Mahmood, che ha parlato di una scelta “del tutto insensata“. Perplessi anche i membri del Jewish Leadership Council che, attraverso un portavoce, fanno sapere come, “anche se per la religione ebraica è vietato mangiare il maiale, questa non impedisca di parlarne”.

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