Il 2015 non inizia sotto i migliori auspici per la stampa italiana e non solo quella schierata a sinistra. Dopo la chiusura di Pagina 99 e i casi de L’Unità, Europa e Left, chiude i battenti anche Il Salvagente, storico settimanale che da 23 anni raccontava i diritti dei consumatori italiani. Dallo scorso 3 novembre la Società Cooperativa Editoriale Il Salvagente è, infatti, stata messa in liquidazione coatta amministrativa. Lo pubblicazioni sono terminate e il commissario liquidatore nominato dal ministero dello Sviluppo economico, Stefano Battistini, ha avviato le procedure di licenziamento collettivo per tutti i lavoratori dipendenti. Si tratta di otto giornalisti e di sei poligrafici.

“Una decisione presa in sordina – denunciano i giornalisti del settimanale e del quotidiano on line in un comunicato (documento che, tuttavia, non è stato sottoscritto dall’ex direttore e dal direttore facente funzioni) – e che ora mette a rischio tutti i nostri posti di lavoro. Il commissario liquidatore non ha mai voluto incontrare l’assemblea dei lavoratori. E prima ha deciso la sospensione delle pubblicazioni. Poi, in tutta fretta prima delle festività natalizie, ha avviato le procedure di licenziamento collettivo di tutti i dipendenti, giornalisti e poligrafici della Cooperativa”.

Un paradosso, visto che il Salvagente da oltre due decenni (è nato come allegato de l’Unità) è al fianco dei consumatori italiani nella battaglia dei diritti e che ora rischia di scomparire per sempre o, comunque, di ritornare nelle edicole o online senza i giornalisti che in questi anni hanno mandato avanti la testata tra mille difficoltà e poche risorse. “Già da tempo – spiegano ancora i lavoratori – la crisi economica era diventata grave: da una parte il taglio costante dei fondi statali per l’editoria, dall’altra il fallimento del nostro distributore nazionale (la Parrini Spa) ci hanno fatto sprofondare in una situazione economica difficilissima”.

Ma quello che stupisce di più i redattori è che questa decisione sia stata presa subito dopo aver ricevuto una proposta di acquisto della testata da parte di Editoriale Novanta facente capo all’imprenditore Matteo Fago. Si tratta dell’ex enfant prodige del web che nel 1995 con tre amici dell’università si è inventato Venere.it, il primo sito di prenotazioni d’albergo, per poi venderlo a Expedia. Operazione che l’ha reso milionario in pochi anni, aprendogli le porte dell’editoria. Fago ha, infatti, scalato l’Unità (diventandone l’azionista di maggioranza), partendo dall’acquisizione della rivista Left che proprio domani tornerà nelle edicole, ma con un’altra redazione. L’editore respinge al mittente le accuse dei lavoratori (“Non capisco le polemiche, non ho mai chiuso la porta a nessuno”) e anche del leader greco Alexis Tsipras che, dopo aver saputo che il numero di domani è dedicato proprio a lui, ha espresso la propria solidarietà ai giornalisti “buttati fuori dalla redazione”.

Le sorti di Left non sembrano, quindi, di buon auspicio per i redattori del Salvagente che ora attaccano il commissario liquidatore che, di fronte alla richiesta di attivare la cassa integrazione a zero ore per cessazione di attività aziendale, “si è inspiegabilmente rifiutato di acconsentire favorendo in questo modo esclusivamente gli interessi dell’azienda di Fago che potrebbe aggiudicarsi la testata a un prezzo stracciato”. Secondo alcune indiscrezioni, il valore del settimanale e del sito dovrebbero valere tra i 30 e i 40mila euro, ma l’offerta di Fago ancora non è nota.

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