Il debito pubblico in novembre è aumentato di 2,6 miliardi, toccando quota 2.160,1 miliardi. Il valore resta inferiore rispetto al picco di 2.168 miliardi raggiunto a giugno e luglio. L’incremento, spiega il Bollettino statistico di Bankitalia, riflette il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (5,4 miliardi), in parte compensato dalla diminuzione delle disponibilità liquide del Tesoro (3,2 miliardi). Il debito dello Stato è aumentato di 2 miliardi, quello delle amministrazioni locali di 600 milioni. Nel complesso, l’emissione di titoli sotto la pari, il deprezzamento dell’euro e gli effetti della rivalutazione dei Btp indicizzati all’inflazione (Btpi) hanno aumentato il debito per 0,3 miliardi.
Come negli anni passati, in dicembre si prevede invece una riduzione del debito per effetto dell’avanzo atteso nel saldo delle amministrazioni pubbliche e per il calo delle disponibilità liquide del Tesoro.
Allargando lo sguardo ai primi undici mesi del 2014, il debito pubblico è aumentato di 90,3 miliardi, soprattutto in seguito all’aumento del fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (69,8 miliardi) e in misura minore per l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (28,6 miliardi). Sul fabbisogno dei primi undici mesi ha inciso per 4,7 miliardi (12,4 miliardi nel corrispondente periodo del 2013) il sostegno finanziario ai paesi dell’area dell’euro. Complessivamente, la quota di competenza italiana del sostegno finanziario ai paesi dell’area era pari alla fine dello scorso novembre a 60,3 miliardi.
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