Silvano Agosti non è solo un amico, è un uomo che fa una cosa semplicissima ma preziosa: apre delle porte. Bisogna avere il coraggio e il candore di varcare la soglia. Ci siamo conosciuti nel 2001 in un piccolo cinema di Milano dove presentava La seconda ombra, il suo film su Basaglia. Era seduto su una poltrona davanti alla biglietteria del cinema, mi ha dato subito l’impressione di una persona sola (l’anagramma di Silvano Agosti è “navigasti solo“), ma la sua solitudine aveva qualcosa di speciale: era un abbraccio. Appena mi ha visto si è alzato e mi ha fatto un piccolo dono, la cartolina del suo film con l’indirizzo email, poi è tornato a sedersi.

Il giorno dopo gli scrissi le mie impressioni sul film e diventammo subito amici. Silvano vive a Roma dove da molti anni gestisce un cinema che si chiama Azzurro Scipioni, un luogo magico d’incontri tra esseri umani, i capolavori che proietta sembrano quasi un pretesto per accedere in punta di piedi al mistero della poesia. Quando vado a trovarlo non entro quasi mai in sala ma resto davanti alla biglietteria a vederlo conversare con gli esseri umani, questo è il vero spettacolo. Silvano ama il cinema ma ama ancora di più la vita, ama questo schermo celeste dove si proiettano le speranze e le paure dell’uomo. Come un rabdomante cerca i tesori di verità e luce che sono sepolti nel cuore di ognuno di noi, quei tesori che abbiamo dimenticato di avere, e chi parla con Silvano sente per un attimo brillare nell’oscurità un giacimento di stupore.

Silvano tornò a Milano a presentare nuovamente il suo film, e allora gli dissi “ti porto Alda Merini“. Andai a prendere la poetessa con un mazzo di fiori, ricordo che in taxi Alda si spazzolava la chioma con arcana e infantile veemenza, quando si incontrarono Silvano la baciò con forza sulle guance e la Merini esclamò ” che baci eclatanti!”.

In quel piccolo cinema di Milano c’era anche un’altra persona, un ragazzo barbuto e solitario, fece una domanda a Silvano e ricordo che io pensai “questo ragazzo non è scemo”. Dopo il film invitai il ragazzo barbuto e Silvano a casa mia. Alda si fece riaccompagnare a casa dal nipote di Mondadori. Il ragazzo barbuto abitava vicino a casa mia e iniziammo a frequentarci, quando parlava di politica stavamo tutti in silenzio ad ascoltarlo, io e mio fratello Roberto in particolare continuavamo a pensare “questo non è scemo”. Si trattava di Piero Ricca. Le prime contestazioni le abbiamo fatte assieme, ricordo la prima in assoluto in una libreria del centro, Vespa stava presentando uno dei suoi libri natalizi, Piero si avvicinò con un libro in mano, L’arrivista (non ricordo l’autore), e chiese a Vespa di firmare il libro, la risposta del giornalista nazional-popolare fu secca “non sono un arrivista, sono un arrivato, ho vinto un concorso Rai su 3000 candidati, arrivi primo lei”. Ma Piero aveva un asso nella manica, tirò fuori un francobollo e gli disse “può leccare anche questo?”. Trambusto, agitazione, urla. Un uomo di colore alto due metri accompagnò gentilmente Piero all’uscita, e il nostro eroe uscì con L’arrivista in mano, un bel metodo per non pagare i libri!

Ma non posso non pensare che questa amicizia che poi sfornò Qui Milano Libera e Radio Foppa è stata possibile grazie a quel punto d’incontro che si chiama Silvano Agosti. Un uomo che fa una cosa semplicissima: apre delle porte. Bisogna solo avere il coraggio e il candore di varcare la soglia. Nella vita non conta solo la fortuna, la cosa più importante è la passione, la passione per il cinema mi ha fatto incontrare Silvano, Piero, il mio amico Valentino Murgese con il quale ho girato i primi cortometraggi di finzione, la passione per il cinema ha nutrito il rapporto con mio fratello Roberto che ora è diventato uno scrittore, la passione per il cinema è la passione per la vita, per le sue infinite sfumature, per i suoi giacimenti nascosti, per un padre e una madre che si sono amati.

Aforisma del giorno: ‘La principessa daltonica non si rese conto che il principe era azzurro’.

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