“Lo stato attuale delle indagini ha consentito di poter individuare la cause della morte di Andrea Loris Stival: asfissia da strangolamento“. Queste le parole del procuratore capo di Ragusa Carmelo Petralia dopo il vertice con le forze dell’ordine che indagano sull’omicidio del bambino di 8 anni scomparso sabato mattina davanti alla scuola elementare di Santa Croce di Camerina, e ritrovato cadavere in un canalone di cemento a quattro chilometri dall’istituto. “Il piccolo è stato gettato nel canalone da un’altezza di due metri, due metri e mezzo”. Ma il procuratore è cauto sull’ipotesi che sul ragazzino siano stati compiuti abusi, come invece emergerebbe dall’autopsia, non ancora conclusa: “Al momento risulta infondata la presenza di segni di violenza a scopo sessuale”, ha sottolineato Petralia in conferenza stampa. “La procura di Ragusa indaga per sequestro di persona e omicidio, ma al momento non vi sono persone iscritte nel registro degli indagati”.

Le indagini, affidate alla Squadra mobile e ai carabinieri e coordinate dal procuratore Marco Rota, continuano “a 360 gradi, non trascuriamo nessuna ipotesi, ma ci sono delle piste privilegiate”. Il lavoro degli investigatori si concentra su “l’audizione di numerose persone informate sui fatti allo scopo di ricostruire gli spostamenti del bambino della tragica mattinata di sabato scorso”, ha detto Petralia. C’è da ricostruire le nove ore che vanno dalla scomparsa di Andrea (sabato 29 novembre), lasciato da mamma Veronica davanti alla scuola elementare Falcone-Borsellino, intorno alle 8 e 45; alle 16 e 55, quando il cadavere del piccolo viene ritrovato in un canalone immerso in un canneto a quattro chilometri di distanza dall’istituto. A fare la scoperta è stato un cacciatore: Orazio Fidone che domenica (30 novembre) è stato ascoltato per quattro ore in Questura e la sua macchina è stata sequestrata. “Atto dovuto” hanno specificato fonti investigative.

Il procuratore Petralia ha rivolto poi un appello: “La cittadinanza non deve fare una caccia alle streghe, ma è invitata a collaborare perché il primo consistente aiuto alle indagini può arrivare proprio dal paese”. A chi darà una mano agli investigatori – ha assicurato –  “verrà garantito anche l’anonimato” .

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