Ultimo aggiornamento: 16:14 del 7 Gennaio 2015
RiFatto – Abbandono, degrado ed ecomostri ‘rivisti e corretti’ dall’Urban Art
Non vi indignano quegli ecomostri che da soli dicono tutto sull’inadeguatezza, e molte volte sulla corruzione di chi amministra questo Paese?
Due milioni di fantasmi (gli edifici in abbandono) e quattrocento mila mostri urbani (gli ecomostri) che reclamano il loro posto nelle nostre vite e che troppo spesso si tende a ignorare, magari passandoci davanti tutti i giorni, per non dover pensare a un problema in più.
Allora, ci siamo chiesti, perché non focalizzare l’attenzione di questi artisti proprio sugli edifici più brutti o degradati d’Italia?
L’abbiamo fatto.
Prenderemo un “mostro” a settimana e lo affideremo a un’artista dell’Urban Art, chiedendogli di mostrarci in che modo lo “rifarebbe” e ogni lunedì potrete vedere il risultato nelle due pagine centrali de Il Fatto Quotidiano.
Certo, quest’operazione di maquillage attraverso un bozzetto grafico non sarà una soluzione definitiva, ma di sicuro potrà diventare una buona occasione per far conoscere il “mostro” e per discutere di lui e della sua sorte.
Seguici sulla pagina http://www.facebook.com/RiFatto, e condividi con noi altri mostri urbani. Sarà un primo grande passo da fare assieme per denunciare abbandono e degrado e per riprenderci la bellezza.
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PRIMA. Ex-Colonia Ettore Motta/Edison a Marina di Massa (MC). (Foto di Marco Mirko Nani) Sul Fatto Quotidiano di lunedì 8 settembre 2014
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DOPO. Ex-Colonia Ettore Motta/Edison a Marina di Massa (MC). (Bozzetto di Ron English (USA)) Sul Fatto Quotidiano di lunedì 8 settembre 2014
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PRIMA. Tangenziale Est a Roma. (Foto di Olga Ribichini) Sul Fatto Quotidiano di lunedì 15 settembre 2014
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DOPO. Tangenziale Est a Roma. (Bozzetto di Megx (Germania)) Sul Fatto Quotidiano di lunedì 15 settembre 2014
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PRIMA. Ex-Jolly Hotel a Cosenza. (Foto di Cecilia Vaccari) L'ex-Jolly hotel è sul lungofiume di Cosenza. Costruito negli anni 50, alto 20 metri, copre la vista del centro storico ed è stato acquisito dal Comune di Cosenza per abbatterlo e costruire al suo posto il museo di Alarico. Poiché un'antica leggenda vuole che proprio là di fronte, nel letto del fiume Busento dove questo si incrocia col fiume Crati, vi sia sepolto il primo re dei barbari Goti assieme al tesoro frutto del sacco di Roma del 410 dC. Sul Fatto Quotidiano di lunedì 22 settembre 2014
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DOPO. Ex-Jolly Hotel a Cosenza. (Bozzetto ad opera di Lucamaleonte) Sul Fatto Quotidiano di lunedì 22 settembre 2014
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PRIMA. Ex-industria petrolchimica Sarom, Ravenna. (Foto Marco Mirko Nani) Sul Fatto Quotidiano di lunedì 29 settembre 2014
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DOPO. Ex-industria petrolchimica Sarom, Ravenna. (Bozzetto di Veks Van Hillik) Sul Fatto Quotidiano di lunedì 29 settembre 2014
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PRIMA. La Cupola, Costa Paradiso, Sardegna. (Foto sardegnaabbandonata.it) Casa avveniristica di Antonioni e Monica Viti progettata da Dante Bini nel 1969 e da tempo in abbandono. Sul Fatto Quotidiano di lunedì 06 ottobre 2014
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DOPO. La Cupola, Costa Paradiso, Sardegna. (Bozzetto Alice Pasquini) Sul Fatto Quotidiano del 6 ottobre 2014
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PRIMA. Palazzo dei Lavori Pubblici, Torino. (Foto di Niccolò Gros-Pietro) E' stato progettato dagli architetti Mario Passanti, Paolo Perona, Giovanni Garbaccio nel 1956-1965, per riempire la buca creata in piazza S. Giovanni Battista nel 1935 dall'abbattimento del seicentesco palazzo dei Portici e dell'Isola di Santa Lucia. Sul Fatto Quotidiano di lunedì 13 ottobre 2014
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DOPO. Palazzo dei Lavori Pubblici, Torino. (Bozzetto di Glenn Barr) Sul Fatto Quotidiano di lunedì 13 ottobre 2014
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PRIMA. Ancona, Ex Montedison, litorale tra Falconara e Marina di Montemarciano. - (Foto di Luca Blast Forlani. www.intruders-urbanexplorers.it) Abbandonata dal 1985, occupa un'area di dieci ettari sul mare ed è composta di tre fabbricati: il primo è alto 20 metri ed era adibito alla produzione di acido solforico; il secondo, costruito con strutture reticolari in legno da sembrare una grande capanna, era il magazzino dei fosfati, e il terzo, il più imponente, era il deposito dei fertilizzanti. Sul Fatto Quotidiano di lunedì 20 lunedì 2014
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DOPO. Ancona, Ex Montedison, litorale tra Falconara e Marina di Montemarciano. (Bozzetto di Nicola Alessandrini) Aspettando la bonifica promessa da decenni noi di RiFatto abbiamo chiesto all’artista marchigiano Nicola Alessandrini di mostrarci come dipingerebbe la struttura... Sul Fatto Quotidiano di lunedì 20 ottobre 2014
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PRIMA. Salerno, Palazzetto dello Sport. (Foto di Francesco Petrosino) Dal 2008 l’architettura incompleta del Palazzetto giace abbandonata tra cespugli e acque putride sulla Litoranea della città campana. Il progetto dell’archistar Tobia Scarpa fu scelto nel 2000 per la 'valorizzazione della tradizione sportiva e culturale di Salerno'. Sul Fatto Quotidiano di lunedì 27 ottobre 2014
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DOPO. Salerno, Palazzetto dello Sport. (Bozzetto di Biodpi nome d'arte di Fabio Della Ratta) BIODPI, all’anagrafe Fabio Della Ratta, è campano ed è un urban artist anomalo: vive nelle campagne sannite, ne apprezza paesaggi, colori e odori ma appena può scappa in città perché per equilibrare la quiete ha bisogno di caos e panorami urbani. Sulla carcassa del PalaSalerno ha immaginato di dipingere i parassiti della decomposizione. Sul Fatto Quotidiano di lunedì 27 ottobre 2014
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PRIMA. Codigoro, Emilia Romagna (Foto di Federico Finotti) Mura scrostate, solai crollati, tetti di cui restano solo gli scheletri, e la natura che lo ha invaso all’interno, così si presenta il primo Zuccherificio Eridania edificato in Italia. Sul Fatto Quotidiano di lunedì 3 novembre 2014
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DOPO. Codigoro, Emilia Romagna (Bozzetto Beau Stanton) Mura scrostate, solai crollati, tetti di cui restano solo gli scheletri, e la natura che lo ha invaso all’interno, così si presenta il primo Zuccherificio Eridania edificato in Italia. Sul Fatto Quotidiano di lunedì 3 novembre 2014
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PRIMA. Casa dello studente, Firenze (Foto di Hit Gracci) Le sue alte torri di cemento, che dopo la ristrutturazione di qualche anno fa sono state tinteggiate di un color crema che ha coperto il triste grigio scuro, svettano altissime nel panorama del quartiere Novoli di Firenze. È la Casa dello Studente Piero Calamandrei di viale Morgagni, progettata nel 1964 dagli architetti, Paolo Pettini e Rosario Vernuccio con Giorgio Giuseppe Gori, loro maestro e presidente dell’Ordine degli Architetti della Toscana dal 1934 al 1961, che si occupò a lungo di edilizia scolastica progettando edifici all’insegna della funzionalità e dell’essenzialità, senza mai dare concessioni allo stilismo e al classico. Sul Fatto Quotidiano di lunedì 10 novembre 2014
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DOPO. Casa dello studente, Firenze. (Bozzetto di Gionata Gesi (Ozmo)) Ozmo, all’anagrafe Gionata Gesi, dopo un debutto nel mondo del fumetto ha iniziato a realizzare opere di Street Art nel 2001, a partire dalle pareti del Leoncavallo di Milano. Ha lavorato in varie parti del mondo, sia in strada che in gallerie e musei. In questi periodo è negli Stati Uniti. Sul Fatto Quotidiano di lunedì 10 novembre 2014
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PRIMA. Treviso, la fabbrica di Silea dove non batte più l'olio "Cuore" (Foto di Emanuela Caretta) Dal 1935 a pochi anni fa: l'orgoglio industriale poi finito nel nulla assoluto Siamo a Silea, 10 minuti di auto da Treviso. Prima del 1935 si chiamava Melma, dall’omonimo fiume, e fin dai tempi della Serenissima qui si viveva soprattutto di macinazione dei cereali. Nel 2008 un progetto di riqualificazione prevedeva 56 mila mq di abitazioni, 16 mila mq di uffici, 12 mila mq di negozi e alberghi. Tutto è naufragato. Sul Fatto Quotidiano di lunedì 17 novembre 2014
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DOPO. Treviso, la fabbrica di Silea. (Bozzetto di Giovanna Pistone, in arte Gio, è nata a Roma) Ha all’attivo murales e mostre in tutta Italia e, dopo aver co-fondato il collettivo di artiste Serpeinseno, da circa cinque anni lavora sola. Sul Fatto Quotidiano di lunedì 17 novembre 2014
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PRIMA. Civitanova, quartiere popolare San Marone. (Foto di Giulio Vesprini) La cittadina cresciuta intorno all’industria delle calzature, ora è in crisi. Il “giornale” l’ha definita la “mecca italiana”, perché ha tre moschee. Nato a inizio anni 60 del secolo scorso, San Marone soffre l’assenza di un progetto urbanistico. Ogni società edilizia ha realizzato costruzioni di tipologie diverse, non vincolate a una coerenza estetica né urbanistica, fino al punto da collocare le attrezzature pubbliche all’estremità del quartiere, mal collegate con la viabilità. Qui vediamo dei grigi parallelepipedi a schiera di proprietà dell’Erap (Ente Regionale per l’Abitazione Pubblica) di Macerata, costruiti secondo il PEEP, e che da questo prendono il nome. Ma in Italia la speculazione ha provocato la cattiva abitudine di associare il concetto di edilizia popolare alla nascita di ecomostri e quartieri dormitorio. Proprio per contrastare queste logiche l’artista trentaquattrenne di Civitanova Giulio Vesprini, che dal 2009 cura in città il progetto di Urban Art “Vedo A Colori”. Sul Fatto Quotidiano di lunedì 24 novembre 2014
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DOPO. Civitanova, quartiere popolare San Marone. (Bozzetto di Giulio Vesprini) In questi 5 anni di Vedo a Colori ho imparato molte cose e conosciuto più a fondo il mio paese e gli abitanti. Dopo qualche scetticismo iniziale questo grande intervento è stato contaminante, i pennelli e i rulli bagnati dai pigmenti vivaci delle vernici hanno avuto effetti terapeutici sulle persone. Il risultato? Più del 90% di consensi e apprezzamenti dalle diverse estrazioni politiche locali. Crescono le visite al porto e c’è la sensazione di essersi riappropriati di quei posti magici attraverso l’arte. Sul Fatto Quotidiano di lunedì 24 novembre 2014
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