Lingua italiana batte lingua inglese, almeno per una volta. Se il termine “slideshow” infatti ci rimanda immediatamente ai montaggi amatoriali delle fotografie estive, ottenuti con facili mezzi alla portata di tutti, la locuzione “Fotografia in movimento” restituisce poesia ad un mezzo espressivo le cui potenzialità sono tutte da esplorare. “Transizioni, fotografia in movimento” è il titolo della tre giorni bolognese dedicata alle fotografie in sequenza, in programma da giovedì 27 a domenica 30 novembre: una kermesse in movimento anch’essa, ubicata com’è in vari luoghi della città, dalle sedi più istituzionali come l’Urban center di piazza Maggiore a quelle meno convenzionali, tra un negozio di moda, una ferramenta, una radio (Radio città del Capo, media partner dell’evento) ed uno spazio di co-working, solo per citarne alcuni.
Una modalità di fruizione, quella delle immagini proiettate in sequenza su uno schermo e sottoposte ad un accurato lavoro di montaggio ed editing che, complice anche la crisi, si va affermando sempre di più nel panorama fotografico contemporaneo come una forma economicamente conveniente per la presentazione di progetti complessi e costosi, sia all’interno dei festival sia nella pratica dei fotografi che la usano come promozione delle proprie ricerche più importanti e difficili da inserire nei circuiti del mercato fotografico tradizionale.

Non una assoluta novità: tra gli appuntamenti in programma c’è infatti un foto-film del 1962, “La Jetée” di Chris Marker (venerdì 28, h. 21, Spazio Labò), piccolo cult fantascientifico ambientato in un’epoca postatomica che ispirò Terry Gilliam per il suo “Esercito delle 12 scimmie”. “L’intenzione di questa edizione zero di Transizioni” dice Irene Pancaldi, Responsabile comunicazione culturale del progetto “è quella di esplorare la realtà attuale e le potenzialità di una forma narrativa che, complice la continua semplificazione della tecnologia e dei programmi di montaggio, è oggi a disposizione di chiunque”. Un linguaggio dunque che necessita di essere esplorato nelle sue potenzialità di oggetto culturale indipendente, con un valore culturale intrinseco. “La consapevolezza di una presenza sempre più costante delle “proiezioni”, sia nei media tradizionali sia nei supporti multimediali amatoriali” dice il direttore artistico Francesco Acerbis “ci ha interrogati e ci ha indotto a invitare i professionisti del settore per confrontarsi tra loro e con il pubblico. In quest’epoca complessa e viva per una fotografia in profonda crisi di identità e senso abbiamo voluto indagare una strada battuta da molti e da molto tempo, ma che si presenta ad oggi con una dinamica nuova e con codici in continuo cambiamento”.

Dialoghi, proiezioni, incontri e tavole rotonde animeranno dunque la tre giorni, che si pone dunque l’obiettivo di fornire risposte ma soprattutto suscitare domande e dibattiti. Opening giovedì 27 alle 18:30 presso lo Spazio Labò di via Frassinago 43/2, con la proiezione di “Sleeping soldiers” di Tim Hetherington, viaggio onirico nell’inferno della guerra. Sabato mattina alle 11 l’omaggio alle città di Gabriele Basilico con “Città”, omaggio alle immagini urbane del grande fotografo milanese da parte di Christian Cajoulle, fondatore dell’agenzia fotografica Agence VU nonché allievo e amico di Michel Foucault e Rholand Barthes: Cajoulle dialogherà con il pubblico assieme alla montatrice Geraldine Lafont (Montatrice). Domenica 30 novembre si segnala l’incontro con il fotografo Maurizio Garofalo (Un Altro Studio, via Capo di Lucca 12/a) nel dialogo “Raccontare in immagini” con Maurizio Garofalo. Sarà aperta al pubblico per tutta la durata di Transizioni “Toilet Paper” (Spazio Labò, dalle 10 alle 19:30) di Maurizio Cattelan e Pierpaolo ferrari: in movimento le fotografie perturbanti e surreali dell’omonima rivista di sole immagini fondata dai due nel 2010 ed edita da Damiani Editore, casa editrice bolognese d’arte e fotografia e main partner dell’evento. Tutte le informazioni sul programma sul sito www.transizioni.org.

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